Il rame si prende una giornata di pausa dopo i rialzi degli ultimi tempi che continuano un rally partito da marzo 2020 durante la prima ondata pandemica. Sul mercato del London Metal Exchange il prezzo è rimasto pressoché invariato intorno a 7.970 dollari, mentre il future con scadenza marzo sulla Piazza cinese dello Shanghai Futures Exchange quota a 58,87 yuan a tonnellata.
Gli investitori sono in attesa del discorso del probabile nuovo Segretario del Tesoro americano Janet Yellen che oggi terrà davanti al Congresso degli Stati Uniti. Per i prezzi della materia prima l'evento rappresenta un fatto importante perché l'ex Governatore della Federal Reserve si esprimerà sull'andamento del Dollaro USA, il quale è un elemento chiave nella determinazione del valore del rame.
Morgan Stanley: 2 ragioni per la crescita del prezzo del rame
Una volta metabolizzato il discorso di Yellen, con buona probabilità gli operatori di mercato prenderanno posizioni nette. Bisognerà capire quanto spazio eventualmente ci sia ancora al rialzo nel caso le decisioni siano per un proseguimento del trend.
L'opinione di Morgan Stanley è che nel 2021 le materie prime saliranno di un ulteriore 30% in media rispetto alle azioni e ciò accadrà per almeno un paio di ragioni. In primo luogo per un fenomeno di reflazione, ossia di ripresa dei prezzi dopo la deflazione, determinata dalle politiche di stimolo monetario e fiscale.
Secondariamente perché il rame approfitterà di una tendenza alla decarbonizzazione e all'elettrificazione che è già in atto e che quest'anno inevitabilmente subirà un'accelerazione per effetto del fenomeno pandemico.
Morgan Stanley: 3 azioni legate al rame su cui puntare
In considerazione di questi fattori, la casa d'affari americana ritiene che le azioni esposte al prezzo del rame abbiano margini di crescita notevoli, nonostante dall'inizio del 2020 abbiano già incamerato un rendimento del 63%.
A tal proposito sono 3 le società su cui gli strategist di Morgan Stanley punterebbero senza riserve, per il fatto anche che si tratta di aziende che non presentano una situazione debitoria allarmante e che applicano una politica di rischio contenuta. Eccole di seguito:
Glencore
Glencore è una società mineraria anglo-svizzera che per il 2021 stima un cash flow con rendimenti dell'11% e un aumento di valore determinato dalla ristrutturazione di portafoglio e dalla vendita degli assets.
Quotata a Londra, nell'ultimo anno è cresciuta di circa il 14% e dai minimi di marzo 2020 le azioni sono quasi triplicate di valore. A giudizio degli analisti di Morgan Stanley il titolo è da comprare con prezzo obiettivo a 274 sterline.
Lundin Mining
Lundin Mining è una società mineraria con sede a Toronto, Canada, con attività negli Stati Uniti, Svezia, Portogallo, Brasile e Cile. I punti di forza della società sono rappresentati dai multipli a sconto del 21% rispetto ai competitor, che si coniugano perfettamente con il piano di rilancio dell'azienda che prevede un aumento dei dividendi nel 2021.
Da un anno a questa parte la crescita in Borsa è stata di oltre il 30%. Performance che si estende al 120% se si parte dai minimi della primavera del 2020. Per la banca d'investimento USA il target price è di 83,5 corone svedesi.
First Quantum
First Quantum è un'azienda canadese di estrazione mineraria, dove il rame rappresenta l'80% dei ricavi. La società è particolarmente attraente in quanto ha intrapreso con convinzione la strada della riduzione del rischio sotto tutti i punti di vista: operativo, finanziario e giurisdizionale.
Inoltre beneficia di un basso rapporto tra il prezzo delle azioni e il valore attualizzato dei flussi di cassa, i quali sono attesi a una performance dell'11% nel 2021. Nell'ultimo anno il titolo in Borsa è aumentato del 73% e di ben 5 volte dai minimi di marzo 2020. Morgan Stanley scommette decisamente sulle azioni con prezzo obiettivo a 25,5 dollari australiani.