Le quotazioni del gas naturale procedono ad ampie falcate verso i massimi dal 2018. Dallo shock pandemico della primavera del 2020, le quotazioni dei futures sono aumentate di circa 2,5 volte attestandosi a 3,640 dollari. Quest'anno il rialzo è stato di oltre il 45%.
Ad aver contribuito a un rally così imponente sono stati vari fattori, che si inseriscono in un contesto in cui tutti i combustibili fossili hanno incrementato il loro valore. La ripresa delle attività economiche e il venir meno della minaccia pandemica grazie alle vaccinazioni hanno dato una spinta decisiva che potrebbe proseguire nei prossimi mesi. Ancor più che si avvicina la stagione invernale e verosimilmente la domanda dovrebbe crescere.
Gas naturale: ecco i motivi del rally
Uno dei fattori che ha maggiormente inciso sulle quotazioni del gas naturale riguarda la scarsa fornitura statunitense nello stoccaggio. In base ai dati rilasciati dall'Energy Information Administration, nella settimana che va dal 28 giugno al 2 luglio il gas stoccato è stato di 2.575 trilioni di piedi cubi, inferiore di 551 miliardi di piedi cubi rispetto al 2020 e di 190 miliardi rispetto alla media degli ultimi 5 anni.
Le tempeste che hanno colpito il Texas a febbraio hanno irrigidito le temperature, portando a una domanda di gas naturale più alta del normale. E questo ha avuto un peso decisivo, perché il Texas è il primo Stato consumatore degli Stati Uniti, con un peso del 15% sul totale USA. Allo stesso tempo la produzione è diminuita in quanto sempre il clima rigido ha generato parecchi problemi ai gasdotti.
A tutto ciò va aggiunto l'impatto del caldo e della siccità da record nel Nord-Est, dove il gas naturale costituisce una componente importantissima per l'energia elettrica. Lo stesso non è successo in Occidente, dove la produzione di energia dipende maggiormente dal carbone e dall'idroelettrico. La capacità di soddisfare la domanda incrementale tuttavia è venuta meno e quindi il ricorso al gas naturale ne ha sostenuto i prezzi.
Gas naturale: le previsioni per i prossimi mesi
Dopo la lunga corsa di questa prima parte dell'anno, cosa possono aspettarsi gli investitori per il futuro prossimo? Secondo Gary Cunningham, direttore delle ricerche di mercato presso Tradition Energy, la produzione negli Stati Uniti dovrebbe aumentare nei prossimi 2 anni fino a 95 miliardi di piedi cubi. Per quanto riguarda lo stoccaggio per la stagione invernale, le stime attuali sono per una contrazione di circa il 10% rispetto all'inizio dell'inverno 2020. Questo comporta che un clima più freddo del solito potrebbe determinare squilibri di mercato che si protrarranno fino alla primavera del 2022.
Nell'immediato la domanda rimane strettamente legata alle esigenze energetiche dell'estate, con un'offerta che dovrebbe appiattirsi. A giudizio dell'esperto, tutto ciò potrebbe riflettersi positivamente sui prezzi. Le quotazioni del gas naturale potrebbero spingersi fino a 3,85 dollari tra la fine del terzo trimestre e l'inizio del quarto, grazie alla ricarica dello stoccaggio. Mentre i contratti future di dicembre e gennaio potrebbero arrivare addirittura fino a 4 dollari, avviandosi verso i top di novembre 2018.