Il 2022 è stato un anno molto negativo per il legname: la materia prima che ha
perso circa due terzi del suo valore. La ragione di questa debacle va imputata soprattutto alla contrazione del settore immobiliare statunitense per effetto dell'aumento dei tassi d'interesse della
Federal Reserve. Rendimenti più alti sul mercato hanno frenato la richiesta dei mutui da parte degli americani che intendevano comprare casa e allo stesso tempo hanno limitato gli investimenti delle società immobiliari e dei costruttori visto l'onere maggiore per i finanziamenti.
Tutto ciò ha fatto scivolare la domanda di case e quindi la richiesta di un componente essenziale per la costruzione delle stesse. I prezzi del legname hanno recuperato terreno a gennaio 2023 con un balzo del 40% sull'attesa che i rendimenti sul mercato sarebbero scesi grazie al rallentamento della pressione inflazionistica, ma nelle prime due settimane di febbraio sono arretrati del 20%. Secondo Walter Kunisch Jr., analista senior di HTS Commodities, la volatilità nella prima metà di febbraio è "attribuita allo scarso interesse nel trading di futures sul legname".
Legname: ecco cosa aspettarsi per il 2023
Il rimbalzo da inizio anno delle quotazioni del legname è comunque di buon auspicio, anche perché arrivato in concomitanza all'aumento, dopo 12 cali consecutivi, dell'indice di fiducia mensile della National Association of Home Builders, quello che misura il sentiment dei costruttori. A giudizio di Scott Reaves, a capo della divisione che si occupa di previsioni presso Domain Timber Advisors, questo indica che "gli operatori ritengono che nei prossimi mesi possa esserci un potenziale aumento della domanda, che seguirebbe i tipici incrementi stagionali degli acquisti di case nei mesi primaverili e potrebbe essere positivo per i costruttori".
Reaves ritiene che i fondamentali a lungo termine per la domanda di alloggi rimangano forti, ma un fattore chiave sarà la demografia della popolazione, visto che "i millennial stanno per raggiungere l'età in cui si acquista una casa". Tutto ciò creerebbe "una vera spinta per la costruzione e la necessità di materie prime come il legname proveniente dalle foreste americane". Ad ogni modo, per Reaves è ancora troppo presto per stabilire una vera traiettoria riguardo i prezzi della materia prima, sebbene ci sia da attendersi "una continua volatilità basata su una varietà di fattori, come la fiducia del costruttore e dell'acquirente e le normali dinamiche della domanda e dell'offerta".
Per Kunisch
molto dipenderà dalla Fed, che dovrà combattere l'inflazione. Tuttavia, l'esperto pensa che l'istituto guidato da
Jerome Powell alla fine adotterà un approccio più "tattico e sommesso nella gestione della politica monetaria". Ciò vuol dire che in presenza di un rallentamento nel processo di aumento dei tassi e l'incremento della domanda abitazioni, è possibile vedere una crescita nella richiesta di legname. A tutto questo, secondo l'analista, si aggiungono altre variabili che determineranno la domanda e quindi i prezzi della materia prima, come "i margini delle fabbriche statunitensi e canadesi" che influiscono sulle forniture, nonché "la fiducia dei consumatori e lo stato di salute dei mercati azionari".