Nel 2023 le quotazioni del rame hanno recuperato la gran parte delle perdite subite nello scorso anno. Il 2022 si è infatti chiuso con un passivo del 15%, ma da inizio gennaio fino al giorno 17, la materia prima ha realizzato la migliore performance da inizio anno dal 1980 con un rialzo dell'11%. L'ultimo giorno di contrattazioni ha visto il rame salire a 4,355 dollari la libbra, massimo dal mese di giugno scorso.
Il rame è un metallo industriale, che è strettamente legato alla ciclicità dell'economia. Quando vi è un peggioramento del quadro macro, con consumi e investimenti in riduzione, automaticamente diminuisce la domanda del metallo. Nonostante per il 2023 gli analisti stimino un forte rallentamento dell'economia mondiale, i segnali positivi arrivati nelle ultime settimane hanno proiettato nuovamente in alto le quotazioni del rame.
Rame: ecco perché i prezzi sono aumentati
Quali sono stati i fattori che hanno fatto tornare gli acquisti degli investitori sul metallo rosso? In particolare, ci sono tre motivazioni: innanzitutto troviamo le prospettive di una maggiore domanda proveniente dalla Cina, dopo la riapertura del Dragone. Per tutto il 2022 Pechino ha paralizzato l'attività economica con i blocchi Covid-19 in nome della politica "zero contagi". Dopo le proteste di piazza e la presa di coscienza delle autorità che una strategia siffatta non ha fatto altro che peggiorare drasticamente l'economia del Paese, il Governo ha deciso si lasciar correre il virus e far ripartire le imprese senza più restrizioni.
"La fine della politica zero-Covid sarà un grande vento a favore per i prezzi del rame", ha affermato Boris Mikanikrezai, responsabile della ricerca e della strategia sui metalli presso l'agenzia di prezzi delle materie prime Fastmarkets. "Un aumento del consumo di rame in Cina è probabile nei prossimi mesi e questo sta spingendo la domanda speculativa più in alto", ha proseguito l'esperto.
Il Dragone è il più grande consumatore di rame a livello mondiale. Come rileva l'International Copper Study Group, la quota cinese di utilizzo del metallo nel 2021 è stata superiore al 55%. Alla luce del fatto che nel 2022 le importazioni cinesi di concentrato di rame hanno totalizzato 25,27 milioni di tonnellate (dati rilasciati dall'Amministrazione generale delle dogane), questo significa che, come afferma Al Chu, portfolio manager per il fondo BNY Mellon Natural Resources, l'incidenza della politica zero-Covid è stata relativa. Ciò non toglie che le aspettative di una riapertura possa aver trasmesso maggiore ottimismo nella formulazione della domanda.
La seconda motivazione per la crescita dei prezzi del rame riguarda
le quotazioni del dollaro USA. Lo scorso anno il superdollaro ha fatto da freno ai rialzi delle materie prime, che sono scambiate in dollari. Quindi, per gli acquirenti non USA il conto da pagare era maggiore, perché spendevano di più per l'acquisto a causa dell'effetto cambio. Quest'anno la
Federal Reserve dovrebbe allentare le strette sui tassi d'interesse e quindi non creare più le condizioni per il rafforzamento del biglietto verde. Questa prospettiva negli ultimi tempi ha fatto perdere valore al dollaro USA e quindi avvantaggiato le quotazioni del rame.
La terza motivazione ha a che fare con aspetti relativi al ciclo delle materie prime. Secondo Chu, il mercato del rame è nelle prime fasi di un ciclo più ampio, dove il metallo rappresenta "una delle componenti più importanti della decarbonizzazione e della transizione energetica". Ciò implica che le industrie dei veicoli elettrici e delle energie rinnovabili, che già quest'anno sono attese in forte crescita, incrementeranno notevolmente la domanda.