Le quotazioni del petrolio WTI hanno iniziato la settimana all’insegna della debolezza, con i prezzi che veleggiano poco al di sotto dei 71 dollari al barile. A penalizzare i corsi del greggio è stato l’accordo raggiunto dall’OPEC+ in merito all’aumento della produzione di oro nero, arrivato pochi giorni dopo l’intesa trovata tra Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti. Vediamo i dettagli.
Accordo OPEC+: ecco cosa prevede
Il nuovo accordo trovato dai Paesi che compongono l’OPEC+ prevede un aumento di 400.000 barili al giorno a partire dal prossimo agosto: entro la fine dell’anno, l’offerta aumenterà del 2%. Grazie a questo deal, il Cartello ha ripristinato la sua credibilità del mercato con un approccio più disciplinato. Secondo alcuni analisti, l’intesa è positiva per i consumatori nel breve termine.
Il gruppo ha inoltre deciso di incrementare la linea base dei componenti, ossia il livello di produzione da cui gli accordi vengono calcolati. In totale, la capacità di produzione stimata dal gruppo è incrementata di 1,63 milioni di barili al giorno. Ricordiamo come a inizio 2020 l’associazione abbia tagliato circa 9,7 milioni di barili al giorno di output, il 10% della domanda totale del 2019. Al momento sono tornati sul mercato circa 4 milioni di questi tagli.
OPEC+: le stime per il 2021 e le possibili minacce
Secondo l’OPEC, la domanda di petrolio nelle Nazioni industrializzate crescerà di 2,7 milioni di barili al giorno. Più della metà di questo incremento (1,5 milioni di barili) arriverà dagli Stati Uniti. Il Cartello si attende inoltre che nel 2022 la richiesta registrerà un’ulteriore crescita di 3,3 milioni di barili al giorno, arrivando ad una media di 99,9 milioni di bpd, sui livelli pre-pandemici.
Le problematiche arrivano dalla diffusione della variante Delta di Covid-19 in tutte le aree del Mondo. Ricordiamo infine come il prossimo meeting dell’OPEC+ sia stato fissato per il prossimo 1 settembre.