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A marzo è stata chiuso il Ring, lo storico mercato alle grida delle materie prime;
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Il passaggio all'elettronico ha favorito gli scambi per via di un aumento della volatilità;
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Prima di luglio non si prevede la possibilità di una riapertura.
Era dai tempi della seconda guerra mondiale che non accadeva. Il Ring, ossia la piattaforma commerciale del London Metal Exchange (LME) dove avvengono le contrattazioni verbali, da marzo è chiusa per via del Coronavirus. Niente più grida, quindi, per scambiare metalli come lo zinco, l'alluminio, il rame. Solo un passaggio diretto dal contatto umano tra i trader a quello virtuale dove gli ordini avvengono in via telematica.
Gli effetti della chiusura: vantaggi e svantaggi
Al di là dell'aspetto romantico che ha ceduto sempre di più il passo a un discorso tecnologico negli anni, vi è sicuramente una questione pratica da considerare. Sei dirigenti di società che operano nel Ring hanno dichiarato che il passaggio all'elettronica in questo periodo è stato vissuto senza patemi; però per alcuni scambi complessi in riferimento a diversi metalli è più facile destreggiarsi tra le poltrone della sala dell'LME piuttosto che dietro ad un computer. Inoltre è diventato più problematico garantire i prezzi in cash essendo impostati a livello elettronico come una media ponderata per volume. Un'altra questione che è stata sollevata riguarda la diffidenza da parte di alcuni clienti riguardo operazioni di copertura su scambi che hanno già effettuato sui mercati fisici.
Non è stato però tutto negativo. L'esplosione della volatilità che in quest'ultimo periodo ha investito un pò tutti gli strumenti finanziari e quindi anche le materie prime, non ha fatto altro che aumentare il volume degli scambi. Il circuito elettronico attraverso cui questi ultimi sono stati effettuati ha reso più efficiente il sistema. A latere, broker e banche hanno continuato a inoltrare ordini in virtù di un aumento del monte delle commissioni incassate; marzo infatti si è rivelato il mese più proficuo. Inoltre, c'è da considerare che i contratti più liquidi sono sempre stati scambiati in forma elettronica, il Ring invece ha sempre trovato preferenza per qui contratti che hanno una scadenza molto lunga.
Quando avverrà la riapertura?
Molti operatori spingono perché si torni presto al mercato "alle grida" come si è sempre fatto. Persino gli stessi broker e istituti bancari che hanno esultato per l'impennata degli scambi a marzo, promuovono l'idea per una pronta riapertura dopo il calo di volatilità che si è registrato nei mesi di aprile e maggio. Pur tuttavia, l'amministratore delegato dell'LME, Matthew Chamberlain, ha dichiarato che le incertezze per il futuro sono tante. Questo non solo per una questione di tempistica che avverrebbe solo in sicurezza, ma anche per la fisionomia che potrà avere il mercato una volta che verrà effettuato il passo. Qualcuno ipotizza a una chiusura definitiva del Ring e alla consacrazione definitiva dell'elettronica. In questo Chamberlain è stato perentorio ribadendo che una decisione di questa portata sarebbe meglio se venisse adottata dai membri del LME e non fosse la naturale conseguenza di un virus. Il premier britannico Boris Johnson si è mostrato cauto rinviando a dopo luglio la possibilità di un'apertura, essendo che almeno fino ad allora dovranno essere mantenuti tutti i requisiti di distanza sociale. Mentre Ian Lowitt, il CEO della principale società di trading del Ring, la Marex Specton Group, è parso molto più ottimista: la misura è temporanea e non appena le persone riprendono la normale attività, il Ring tornerà in funzione.