Per i prossimi 2 o 4 anni i mercati di mais, soia e grano saranno al centro di un nuovo ciclo rialzista. Ad affermarlo sono i dirigenti delle principali aziende agricole a livello mondiale come Cergill, Cofco, Viterra e Scoular. La convinzione è sostenuta da una serie di fattori che spingeranno il mercato verso una robusta domanda, proveniente soprattutto dalla Cina.
Tale previsione arriva nonostante nelle ultime settimane i prezzi delle materie prime sul mercato dei futures abbiano segnato delle battute d'arresto rispetto ai loro massimi, essenzialmente per due ragioni: in primis per la ritrovata forza del Dollaro USA supportato ora dal possibile cambiamento di politica monetaria della FED; in secondo luogo perché nel Midwest degli Stati Uniti sono previste delle condizioni metereologiche di pioggia che favoriscono il raccolto.
Tuttavia, occorre ricordare che rispetto a un anno fa le quotazioni delle materie prime citate hanno fatto un rally straordinario: il mais è raddoppiato di valore, i semi di soia sono cresciuti del 65%, mentre il grano è in aumento di oltre il 30%.
Mais, soia e grano: 3 ragioni per il nuovo rally
Il punto adesso è: cosa potrà stimolare gli operatori di mercato a investire ancora sulle materie prime, al punto da poter innescare un rally come quello visto nell'ultimo anno e che ha anche generato preoccupazioni inflazionistiche per l'economia? Si potrebbero segnalare 3 motivi principali come di seguito:
Domanda dalla Cina rimarrà sostenuta
Pechino durante tutta la fase pandemica ha dato grande impulso alla domanda complessiva di materie prime agricole, anche per via dello scarso raccolto complessivo. L'anno scorso infatti il Dragone ha importato la cifra record di 11,3 milioni di tonnellate di mais, dei quali più del 30% provenienti dagli Stati Uniti, il cui raccolto viceversa è stato eccellente. Questo ha fatto sorgere dei dubbi agli analisti in rapporto al fatto che la Cina avesse fatto un grande rifornimento dovuto allo shock pandemico.
La perplessità principale è se questo gap tra domanda e offerta potrà continuare. Secondo Marcelo Martins, capo commerciale presso Cofco International, lo squilibrio del mercato proseguirà in futuro ed è da addebitarsi esclusivamente allo scarso raccolto in funzione del grande fabbisogno del Paese. Infatti, l'ex Impero Celeste in passato aveva puntato sull'autosufficienza, che in questo momento non ha più.
Richiesta di biocarburanti senza precedenti
Paul Maas, Amministratore Delegato di Scoular, società che commercia materie prime alimentari con sede a Omaha, nel Nebraska, sottolinea come in questa fase si stia assistendo a un boom della domanda di biocarburanti. Anche grazie all'influenza dei Governi che, con lo scopo di ridurre l'uso dei combustibili fossili, stanno incrementando l'utilizzo dei prodotti a base vegetale miscelati nella benzina.
Vista la tendenza in atto, è più che ragionevole pensare che nei prossimi anni la cosa possa avere un seguito e anzi accentuarsi, facendo salire i prezzi della soia.
Ripresa economica dopo la pandemia
La ripresa economica, che è già in atto e che esploderà tra quest'anno e il prossimo con la fine della pandemia, richiederà una grande domanda di materie prime per oleare tutto il meccanismo produttivo delle attività economiche.
Le attese inflattive sono un segnale eloquente e, sebbene una buona parte di tutto questo è stato già scontato nei prezzi dei prodotti agricoli, ancora vi è spazio perché il mercato incorpori il resto.
Mais, soia e grano: quali conseguenze da rialzo prezzi?
Un possibile superciclo rialzista delle materie prime apporterà indubbiamente grossi vantaggi per tutti quegli agricoltori che per tanti anni hanno dovuto convivere con una stagnazione del raccolto. Viceversa, gli importatori di cereali e semi oleosi pagheranno lo scotto del rincaro dei prezzi, che giocoforza si rifletterà sui prodotti finali alimentando l'allarme inflazionistico.
Su tutto ciò rimarranno vigili le Banche Centrali nella loro politica monetaria, le quali verosimilmente saranno destinate ad essere meno accomodanti di quanto non lo siano state durante tutta la fase pandemica. Le prime avvisaglie infatti sono arrivate questa settimana dalla Federal Reserve. La Banca centrale americana difatti ha aumentato le aspettative sull'inflazione e ha fatto capire che potrebbe anticipare il tapering e il rialzo dei tassi d'interesse.