Il mais continua la sua corsa. Dall'agosto del 2020 le quotazioni del future sono passate da un valore minimo di 307 dollari a uno attuale di 590 dollari. Non c'è stato mese che la candela del grafico tecnico non sia stata in verde e in questo momento il prezzo della materia prima ha raggiunto il top da 8 anni a questa parte.
Ad avere inciso sul rally diversi fattori che vanno dalla peste suina nei Paesi sudafricani, alla domanda cinese, alla questione legata la Covid che ha limitato l'export e alle condizioni ambientali relative alla siccità di alcune zone del Sudamerica.
Rally del mais: ecco tutte le ragioni
Adesso cosa può accadere visti i livelli attuali dei prezzi e in considerazione del fatto che la ripresa economica farà accendere la domanda? Vi sono parecchi elementi che fanno credere che il trend rialzista possa continuare.
L'USDA, ossia l'United States Department of Agriculture, ha previsto per il 2021 un 10% di scorte di mais in meno rispetto alle proiezioni di marzo. Questo a causa dell'aumento delle richieste per la produzione di etanolo.
Poi vi sono da considerare le questioni climatiche delle pianure settentrionali nella stagione della semina, che stanno sempre più influendo sulla produzione. In Dakota ad esempio coltivano circa l'8% del raccolto di mais domestico e le condizioni di siccità in quelle zone potrebbero seriamente compromettere tutta la semina.
Infine vi è da aggiungere la crescita delle richieste della Cina, che è il principale importatore di mais al Mondo. Il Ministero dell'Agricoltura di Pechino ha previsto un aumento dell'import per la stagione 2020-2021 di 12 milioni di tonnellate.
Tali previsioni sono più che attendibili considerato che il Dragone è il Paese che prima di ogni altro si è lasciato alle spalle la pandemia e cresce a ritmi impensabili per gli altri Stati. Già a partire dal 2020, l'ex-Impero Celeste ha inondato il mercato di domanda per ricostituire le scorte per l'alimentazione animale, tant'è che in pochi mesi le importazioni dagli USA sono triplicate, da 7 a 22 milioni di tonnellate.
Rally del mais: conseguenze per l'Italia
Se i prezzi del mais dovessero continuare a salire per l'Italia questo potrebbe essere un grosso problema, in quanto il nostro Paese dipende dall'estero per il 50% dei cereali necessari all'industria di prima trasformazione. Ciò sarebbe in grado di azionare meccanismi inflattivi deleteri per la nostra economia, la quale si trova ancora in mezzo a una piena pandemica e mostra ritardi evidenti nell'uscita dal tunnel.
Un'economia in recessione, accompagnata da una spinta in alto dei prezzi, scatenerebbe fenomeni di stagflazione dalle conseguenze poco rassicuranti. Tutto quanto potrebbe inevitabilmente condizionare quel rimbalzo atto a rilanciare un tessuto produttivo in questo momento gravemente depresso.