L’argento è da sempre considerato il cugino povero dell’oro e solitamente tende ad amplificare i movimenti del metallo giallo con una volatilità maggiore. Nelle ultime settimane ci siamo trovati di fronte al pessimismo verso il bene rifugio per eccellenza. Proprio mercoledì scorso avevo fatto notare come oro e yen sono arrivati ad un punto di svolta.
I motivi che sostengono la debolezza sul prezioso sono la competizione dei prezzi del Bitcoin, che in termini relativi ormai richiede 35 once d’oro per essere acquistato, e il rialzo dei tassi americani sempre più vicini a quel 2% sul decennale americano che di fatto renderebbe appetibile dal punto di vista nominale l’acquisto di titoli di Stato per compagni assicurative, banche e fondi pensioni assetati di yield.
Ricordo che l’oro non trova la sua forza o debolezza dalla dinamica dei tassi nominali, bensì dall’andamento di quelli reali. Quindi tassi nominali meno aspettative di inflazione determinano la dinamica del metallo giallo. Quando i tassi reali sono negativi e puntano verso il basso siamo nell’ambiente ideale per l’oro.
Quando, come ora, i tassi reali sono negativi ma tendono a risalire l’ambiente comincia a diventare tossico perché il mercato trova meno conveniente proteggersi con un asset privo di cedola. Ma le aspettative di inflazione potrebbero essere andate oltre quello che potrebbe realmente accadere.
Pensare ad un’inflazione USA media del 2,5% nei prossimi 10 anni significa accettare anche l’idea di un tasso di variazione dei prezzi al consumo che potrebbe superare il 3%. Sicuri che la FED tollererà questo margine di rischio?
Oro e argento: analisi tecnica e strategie trading
Osservando il grafico dell’oro trovo molto interessante la finestra di ingresso offerta dal mercato. La trendline rialzista ha fermato la corsa verso il basso del metallo giallo ed un doppio minimo a 1.676 dollari l’oncia potrebbe essere in formazione. Prima resistenza a 1.755 dollari, seconda sulla media mobile a 200 giorni di 1.800 dollari.
Quelli sono i paletti che demarcano l’avvio di un bear market da un semplice esaurimento di una fase correttiva. Faccio anche notare che l’oro ha evitato formalmente la caduta in un trend ribassista. La perdita dai massimi è infatti risultata pari al 19%. Per poco ma ancora l’orso non è entrato.
Ma se quella in corso fosse una ripresa economica solida un metallo prezioso ad uso industriale come l’argento troverebbe ancora più spazio per risalire. Ed anche qui l’occasione il mercato la sta offrendo. Quello che appare minacciosa è la formazione di un potenziale doppio massimo a 30 dollari l’oncia, ma il sostegno che ha offerto al metallo grigio la media mobile a 200 giorni incoraggia.
Sappiamo pure quale sarà il punto di non ritorno per le quotazioni (il doppio minimo di 21,7 dollari) ma sui livelli di oggi i corsi potrebbero rimbalzare. Se il mercato è stato troppo pessimista sui preziosi questo potrebbe essere il momento buono per tentare un long.