Le materie prime quest'anno hanno realizzato un rally strepitoso, trainate dai prezzi dei prodotti energetici come gas e petrolio che hanno trovato nella guerra Russia-Ucraina il propulsore dei loro rialzi. In particolare i futures sul gas sono andati fuori controllo. Fino all'ultima seduta di ieri, infatti, il combustibile statunitense era cresciuto dell'86% quest'anno, nonostante una perdita del 26% del mese di settembre; mentre il gas trattato al TTF olandese ha realizzato una performance del 147% nello stesso periodo. Quanto al petrolio, il Brent ha effettuato un aumento del 20% nel 2022 e il WTI del 17%.
La situazione non sembra presentare condizioni di inversione di tendenza, visto che le carenze energetiche in Europa ancora sono ben marcate e ci si avvicina verso la stagione invernale. Tra l'altro, il Vecchio Continente manifesta chiaramente delle difficoltà a fissare un tetto al prezzo del gas, mentre
l'OPEC+ nella riunione di ieri a Vienna ha tagliato l'offerta di petrolio di 2 milioni di barili al giorno. "È probabile che petrolio e gas rimangano volatili, verso il rialzo nel quarto trimestre, poiché le preoccupazioni sull'offerta riemergono e un inverno freddo drena le forniture europee", ha affermato Brian Frank, gestore patrimoniale e CIO di Frank Capital.
Materie prime: vendite su acciaio e minerale di ferro
Se le materie prime energetiche continuano a crescere, quelle industriali come l'acciaio e il minerale di ferro si sono eclissate. Entrambi i metalli sono scesi quest'anno, con in particolare il prezzo del minerale di ferro S&P Global Platts che è arrivato al minimo di 10 mesi di 95 dollari per tonnellata il 2 settembre.
A cosa è dovuto tutto questo? In primo luogo vi è un rallentamento della crescita e il timore di una recessione che hanno colpito proprio quelle materie prime che sono strettamente correlate con il ciclo economico. Frank afferma che i metalli stanno mostrando chiari segni di distruzione della domanda. A suo avviso, i prezzi potrebbero continuare a scendere in questo trimestre in quanto gli alti tassi d'interesse frenano gli investimenti per la crescita. Tuttavia, vi potrebbero essere delle opportunità poiché "l'offerta rimane limitata e i prezzi potranno salire quando l'economia mondiale riprenderà a crescere".
Un altro fattore che ha inciso negativamente su acciaio e minerale di ferro concerne il Covid-19 in Cina che ha frenato la domanda. In un recente rapporto, Ronald Cecil, principale analista sui metalli di S&P Global Commodity Insights, ha scritto che l'epidemia in Cina ha continuato a "rovinare la fiducia nella sua economia". Ma tutta l'economia globale ha sostenuto i metalli di base nella prima parte dell'anno, grazie al rimbalzo post-pandemico e alla crisi degli approvvigionamenti. Ora però "con i mercati europei e nordamericani che entrano almeno in recessioni tecniche, tali materie prime si stanno muovendo verso il basso", ha asserito Matthew Sherwood, capo analista delle materie prime presso l'Economist Intelligence Unit.