C’è un mercato americano che negli ultimi tre anni ha battuto il più celebre S&P500. E lo sta facendo alla grande anche da inizio 2022. Sto parlando delle small cap value.
Si tratta di uno degli asset più gettonati dagli advisor statunitensi che professano l’esposizione del portafoglio di investimento al settore value: privilegiando le piccole capitalizzazioni è possibile sfruttare al massimo il premio di rendimento.
L’investitore italiano ha la possibilità di investire in questo segmento abbastanza particolare acquistando sul mercato tedesco un ETF emesso da SPDR che replica l’indice Msci USA Small Cap Value.
Small cap USA vs S&P500
Per verificare il suo andamento nel 2022 e negli ultimi 3 anni, ho messo a confronto questo prodotto con un tradizionale ETF iShares S&P500 ma anche con l’indice più celebre sulle small cap americane, ovvero lo SPDR Russell 2000.
Da inizio 2022 (dati al 3 ottobre 2022) seppur di poco le piccole capitalizzazione battono l’S&P500 galleggiando poco sopra la performance zero. Chi invece è andato decisamente peggio sono le small cap tradizionali, che nella versione Russell 2000 sono affondate di oltre l’8%.
Ma il vero valore si vede a distanza di 3 anni. Il Russell 2000 ha guadagnato poco più del 25%, l’S&P500 il 42%, ed il value small cap ha messo a segno un +46%.
Capiamo fin da subito che questo ETF è una “bestia” decisamente diversa da un tradizionale indice di small cap. E pur in un contesto di azionario growth più pimpante rispetto al value (almeno fino al 2021), questo ETF si è comportato veramente bene. Analizziamolo nel dettaglio.
Il prodotto nel dettaglio
Con masse amministrate superiori ai 250 milioni di dollari, questo ETF nasce nel 2015 e replica l’indice Msci US Small Cap Value selezionando i titoli sulla base di quattro variabili fondamentali: vendite, profitti, entrate di cassa e valore contabile.
La replica fisica è a campione, per un costo di 0,3% per anno. Ogni azioni ha lo stesso peso delle altre e il paniere si presenta particolarmente affollato con quasi 2000 azioni in portafoglio.
Interessante il rapporto prezzo utili attuale sotto a 10, che ci offre una buona idea di un mercato sicuramente non caro come ovviamente è nelle corde delle strategie value.
A livello settoriale l’esposizione più importante è sul settore finanziario (al 26%), seguìto da industriali e beni di consumo ciclici (16%). Informatica e farmaceutici si attestano all'8% ed al 6% e completano la top five settoriale. Tra le società, troviamo nomi perlopiù sconosciute al pubblico italiano come Chesapeake, United Stell, First Horizon, DXC Tech, Comerica, ecc…
L’ETF presenta una tracking difference a 3 anni pari esattamente ai costi, ovvero 0,30%. Possiamo quindi concludere che il processo di gestione non sembra riuscire a recuperare gli oneri di gestione.
A parte il limite comunque superabile della quotazione in Germania, questo ETF è consigliato per tutti coloro che sposano appieno la filosofia value e relativo premio al rischio che storicamente offronto questo tipo di azioni. Se a questo premio aggiungiamo anche quello tipico delle small cap ecco che l’ETF di SPDR è veramente interessante in un panorama correttivo dei mercati come quello che stiamo vivendo oggi.