Il tema dei chip e dei semiconduttori rimane dominante a causa della scarsità di materiale che rende sempre più complessa la gestione delle catene di approvvigionamento, non solo nel settore informatico, ma anche in altri settori coinvolti da questa tecnologia come quello automobilistico.
La notizia dell’emissione di nuove tessere sanitarie in Italia prive di chip ha visto tra le proprie cause proprio la scarsità di un semilavorato ad alto contenuto tecnologico sempre più difficile da acquistare e che sta spingendo Stati Uniti e Europa a muoversi in autonomia per riportare la produzione dentro i confini nazionali.
Stati Uniti che, assieme a Taiwan e Corea del Sud, sono tra i paesi principali produttori mondiali di chip.
Investire nel settore dei semiconduttori
Ishares offre la possibilità di investire nel settore dei semiconduttori sia a livello puramente settoriale che di esposizione ai due paesi asiatici principali.
Per quello che riguarda l’ETF puramente tematico iShares Global Semiconductor è un ETF con meno di tre anni di storia che però vanta masse amministrate già superiori ai 250 milioni di euro. Con spese correnti allo 0,35%, questo ETF ha anche le caratteristiche di fondo ESG. Gli Stati Uniti sono dominanti a livello geografico con il 65% di peso, seguiti da Taiwan al 15% e Olanda all'8%. Il 55% del peso del portafoglio è coperto dai primi 10 titoli tra i quali troviamo Broadcom, TSI, Nvidia e Asml.
La Borsa di Taiwan che si può replicare ad un costo decisamente più elevato (0,74%) con l’ETF iShares Msci Taiwan che replica per l’appunto l'indice MSCI Taiwan 20/35 dove il peso del gruppo delle entità più grandi è ristretto al 35% mentre quello di tutte le altre ad un massimo del 20%. Uno dei limiti di questo ETF è sicuramente la concentrazione in pochi titoli. Il 30% è infatti nelle mani di TSI Taiwan Semiconductor Manufacturing, seguita al 5% da Mediatek e United Micro Electronics. Ovviamente il peso settoriale della tecnologia supera il 60%.
Andando sull’altro paese leader nella produzione di seminconduttori nel mondo troviamo la Corea del Sud, replicabile con l’ETF iShares Msci Korea. Anche in questo caso viene imposto un vincolo 35-20 sui componenti dell’indice. Oltre la metà del portafoglio è nelle mani di 10 titoli, con Samsung a fare la parte del leone al 25%. Il costo anche in questo caso è in linea con ETF geografici similari, ovvero lo 0,74% annuo.
Tre ETF che permettono quindi all’investitore di puntare e amplificare la scommessa sul futuro dei semiconduttori. Attenzione come sempre a non mettere troppe uova nello stesso paniere. La scarsa diversificazione è infatti il difetto principale di una strategia settoriale rafforzata come quella che si potrebbe implementare con questi tre ETF orientati al mondo dei semiconduttori.