Oro e argento non fanno sorridere Sudafrica e Messico. I due Paesi sono grandi produttori di metalli preziosi con la Nazione centro americana addirittura al primo posto mondiale per produzione di argento. Il calo piuttosto vistoso che hanno subito le due materie prime nelle ultime settimane a causa del contemporaneo aumento dei tassi di interesse globali e al rallentamento dell’economia, sta danneggiando le prospettive di crescita delle di questi Stati.
Anche a livello azionario i ribassi ci sono stati dopo aver toccato i massimi storici con i rispettivi indici di riferimento MSCI. Una trappola per tori in piena regola che potrebbe a questo punto innescare una fase meno direzionale a conferma di come il momento di rientrare per oro e argento potrebbe non essere ancora arrivato.
Sudafrica e Messico: il problema del deficit commerciale negativo
La bilancia commerciale sudafricana da mesi è entrata in sofferenza a causa del calo dei ricavi sui metalli preziosi. Oro, ma anche e soprattutto quel platino che vede il Sud Africa tra i maggiori produttori al mondo. L’inflazione tutto sommato ancora contenuta e nella sua versione core dentro i limiti fissati dalla Banca centrale, non crea le premesse per aggressivi rialzi nei tassi di interesse sudafricani, che comunque ci sono, stati anche se meno intensi rispetto ai competitor emergenti.
Questo crea le premesse anche per una debolezza futura della valuta locale, il rand, con deflussi di capitale che non agevolerebbero la Borsa africana. Il Messico invece è stato molto proattivo nel combattere l'indice dei prezzi al consumo, con aumenti del costo del denaro che stanno puntando quel 9% che creerebbe le premesse per mantenere una remunerazione reale degli investimenti in pesos moderatamente positiva. Anche da queste parti però, il deficit commerciale negativo per il quarto mese consecutivo ha mostratoi primi segnali di criticità che stanno emergendo a livello macro.
ETF: ecco come puntare indirettamente sui metalli preziosi
Messico e Sudafrica rimangono comunque due Paesi sui quali può puntare chi intende guardare con un occhio di riguardo ai metalli preziosi. Assieme all’Australia e al Cile, l’impatto dell’industria mineraria è notevole per l’economia nazionale (un po' più sfumata per il Messico a dire il vero), e quindi chi crede ad una tenuta del supporto di 1.650/1.700 dollari per oncia sull’oro può prendere in considerazione a livello geografico una moderata esposizione verso queste Nazioni con ETF.
In un contesto “gold oriented” quindi l’ETF Xtrackers MSCI Mexico è un'opzione da prendere in considerazione considerando storia e capitalizzazione (75 milioni di euro) dello strumento. Le società appartenenti al settore delle risorse di base pesano nell’indice poco meno del 20%. Per quello che riguarda il Sudafrica, iShares South Africa sfiora i 100 milioni di euro di capitalizzazione offrendo un'esposizione al settore minerario nell’ordine del 30%.
Due ETF emergenti che possono però dare un’impostazione più orientata al mondo delle materie prime per coloro che credono nel bull market secolare delle commodities in un contesto di tassi reali che tornano a scivolare sotto lo zero riportando l’appetito sui metalli preziosi.