Nel mondo degli investimenti alcuni temi passano di moda molto in fretta, altri che dovrebbero rappresentare un tassello fondamentale di una asset allocation sono oggetto di scelte tattiche si sopra/sottopeso sulla base delle notizie o delle idee di mercato che vengono plasmate dagli eventi. Il primo caso potrebbe essere quello del mondo crypto piuttosto che delle energie pulite. Il secondo dei mercati azionari e obbligazionari emergenti. Un portafoglio 50/50 che investe in paesi sviluppati da inizio anno perde oltre il 10%: un bilanciato emergente 50/50 come si è comportato?
ETF bilanciati emergenti: i rischi e le opportunità dell'azionario
Se prendiamo due ETF molto liquidi come iShares MSCI Core Emerging Market Equity e iShares JPM Emerging Bond a cambio coperto, otteniamo un risultato negativo per il 14%. Le potenzialità sono ovviamente diverse e anche i multipli di mercato espressi ce lo dimostrano. Per quello che riguarda il mercato azionario oggi un rapporto prezzo/utili di 11 evidenzia un grado di convenienza relativa molto interessante, naturalmente pagando il prezzo di una volatilità più elevata si entra su un mercato che oggi vede al 33% la Cina protagonista.
Dopo aver azzerato l’esposizione dalla Russia i BIC (Brasile, India e Cina) sono ponderati quasi al 50% del portafoglio, con l'India al 13% e il Brasile al 5%. Taiwan e Sud Corea (quindi semiconduttori) coprono un altro quarto del portafoglio con altri paesi compresi quelli del Golfo Persico che in ordine sparso arrivano al 5%.
Tutto sommato una buona diversificazione nella quale si presenta una sola grande criticità: due Paesi oggetto di un possibile conflitto in futuro insieme rappresentano il 50% del totale. Sto parlando di Cina e Taiwan e questo elemento non è da sottovalutare. Ma andiamo adesso all’ETF obbligazionario.
ETF bilanciati emergenti: i rischi e le opportunità dell'obbligazionario
I rendimenti a scadenza dello strumento obbligazionario menzionato prima sono ovviamente saliti in sintonia con quello che è accaduto sugli investimenti del mondo occidentale. La duration elevata (circa 7) e il rischio maggiore percepito sul mercato (allargamento degli spread) ha portato ad una caduta dei prezzi ed un innalzamento del rendimento a scadenza potenziale in zona 8%. Questo numero fa il paio con un earnings yield (l’inverso del PE) che sfiora il 10% sull’azionario.
Geograficamente questo ETF è sicuramente più bilanciato rispetto a quello visto prima. La Cina è presente al 4%, mentre i Paesi arabi hanno un'esposizione che arriva al 20%. La presenza con una quota percentuale massima del 5% di Nazioni come Messico, Turchia, Indonesia e Brasile offre sicuramente una diversificazione del rischio maggiore in termini regionali.
Mettendo assieme questi due strumenti si creano le premesse per un investimento bilanciato dal potenziale di rendimento di lungo periodo nell’ordine del 8-10%. Numero che all’interno di un portafoglio di investimento adeguatamente diversificato non sembra essere disprezzabile in un contesto di borse americane ancora non così a buon mercato nonostante il bear market appena arrivato.