Gli ETF Smart Beta hanno ormai compiuto 10 anni. Una storia fatta di luci ed ombre che non ha mai scaldato i cuori degli investitori a differenza di tanti altri fondi tematici capaci di raccogliere, nei momenti di massima euforia, anche capitali superiori al miliardo di euro.
Ma cosa si intende per ETF Smart Beta?
Cominciamo dalla parola Beta ovvero il mercato che viene replicato con qualche correttivo “fattoriale”. La parola smart è infatti un po' ingannatrice visto che la parola più corretta da utilizzare sarebbe Factor. I fattori di rischio specifici rispetto a quelli incorporati genericamente in indice di mercato come Msci World, sono gli elementi che rendono l’ETF Smart Beta unico trasformandolo nel primo tipo di ETF a gestione attiva della storia.
Nella teoria accademica degli Smart Beta il gestore, attraverso una serie di filtri, seleziona le azioni con certe caratteristiche. Non essendo filtri universali ogni gestore potrà personalizzare le metriche rendendo questo tipo di gestione attiva e non più passiva, quindi basata ad esempio sulla semplice replica della capitalizzazione di mercato.
Tra i fattori più diffusi troviamo quelli che mirano a selezionare azioni a bassa volatilità, azioni sottovalutate lato fondamentali, medie capitalizzazioni, alta qualità, con momentum tecnico favorevole.
Come si può facilmente immaginare certi fattori vanno meglio di altri in certi momenti storici dei mercati. Ad esempio le azioni a bassa volatilità nei momenti di ribasso e di recessione. Oppure le azioni value reagiscono meglio al rialzo dei tassi di interesse.
Sul mercato italiano sono quotati diversi prodotti che replicano queste strategie su indici americani, europei o globali. Esistono anche singoli prodotti che raggruppano al loro interno gruppi di strategie come i Multifactor di iShares.
Caratteristiche e politica di gestione di alcuni Smart Beta
Può essere utile ricapitolare brevemente caratteristiche e politica di gestione di alcuni di questi Smart Beta:
- Bassa volatilità: comunemente descritti come ETF Low volatility o Min volatility questi ETF replicano un indice globale o regionale selezionando le azioni con il più basso livello di volatilità di mercato.
- Momentum: il segnale che emerge da indicatori tecnici predefiniti su specifiche azioni all’interno di un indice generico determina se un’azione è in momentum favorevole (quindi candidata ad entrare nel paniere) oppure sfavorevole.
- Value: la selezione dei titoli azionari si basa sul fattore value solitamente determinato da tre variabili: prezzo valore di libro (price book value), prezzo utili attesi (price earnings) e valore impresa rispetto ai flussi di cassa. Le azioni con i valori di questi rapporti più bassi entrano nel paniere dell’ETF value.
- Size: vengono selezionati all’interno di un indice generico i titoli a media capitalizzazione appartenenti ad un indice generico.
- Quality: vengono selezionate le azioni che hanno caratteristiche di alta qualità definite da certi livelli di: elevato ritorno sul capitale, bassa leva finanziaria e crescita degli utili stabile
Questi sono i principali fattori replicati da diverse case di investimento con ETF Smart Beta.
iShares, Xtrackers e Amundi sono leader in questo segmento di mercato con strumenti a diversa copertura geografica, elevata capitalizzazione e costi leggermente più elevati rispetto agli ETF tradizionali.
Per chi è alla ricerca di strategie azionarie satellite che possono diversificare un indice generico tradizionale, gli smart beta rappresentano un’alternativa interessante da inserire a piccole dosi per decorrelare il mercato nel suo complesso.