Investire i propri soldi su obbligazioni con scadenza inferiore ai 2 anni adesso non è più un drenaggio di denaro causato da rendimenti negativi, ma quanto meno permette di parcheggiare il capitale senza perdere. Ovviamente per quello che riguarda gli yield nominali visto che in termini reali la questione si fa complessa anche su scadenza ben più lunghe.
Il rialzo dei rendimenti in America, come nel resto del mondo, ha alzato tutte le curve dei tassi compresa quella della zona Euro, dove fino a poco tempo fa anche un titolo di Stato tedesco aveva uno yield sotto zero sulla scadenza a 10 anni. Oggi quel titolo decennale sfiora l’1% mentre a 2 anni siamo attorno allo 0,2%. Meglio il BTP italiano che arriva oltre lo 0,8% “offrendo” all’investitore un rendimento nominale simbolicamente positivo al netto di costi e tasse.
Naturalmente i titoli esteri fuori dall'Eurozona offrono oggi rendimenti ancora più alti. Un esempio è quello americano dove si arriva sulla scadenza a 2 anni ad un 2,5% naturalmente con il rischio cambio da tenere ben presente soprattutto con un EUR/USD a 1,06. Spostandosi dai titoli di Stato ai corporate di elevata qualità il rendimento netto adesso supera l’1% anche al netto delle tasse.
Investire nel mondo del debito governativo e corporate con gli ETF
L’ETF iShares EUR Corporate Bond 1-5 anni che investe in titoli con merito di credito investment grade e scadenze comprese nel range 1-5 anni, è in grado di offrire oggi un rendimento a scadenza del 1,8% con una duration inferiore a 3. Un altro strumento che investe nel mondo del credito, questa volta high yield con l’ETF Xtrackers iBoxx Eur High Yield Bond 1-3 anni, offre un rendimento a scadenza superiore al 5% con una duration inferiore a 2.
Chiude il mondo emergente che sulle scadenze comprese tra zero e 5 anni offre con SPDR ICE BofA 0-5 anni Emerging USD Government bond un rendimento a scadenza sopra il 3% a fronte di una duration di 2,3. Ovviamente i livelli di rischio sono diversi per i vari prodotti. Non tanto quello relativo alla duration limitato proprio dalla politica di gestione degli ETF, quanto dai vari rischi di credito o di cambio che l’investitore deve tenere in considerazione. L’aspetto centrale è però quello di una base di partenza governativa che non è più sotto lo zero, ma sopra: si possono parcheggiare soldi senza perdere, aspettando le mosse della BCE che possano riportare sopra lo zero anche i tassi monetari inferiore ai 12 mesi.