L’economia legata al mondo degli animali domestici rimane una delle attività più frizzanti del momento, complice anche la pandemia che ha scatenato nelle persone il desiderio di tenere in casa un animale da compagnia. Della cosiddetta Pet Economy avevo già parlato in questo articolo. Uno dei problemi che avevo fatto emergere allora era l’impossibilità di acquistare in Italia un ETF con sottostante il mercato degli animali domestici. Adesso, con la quotazione a Milano di un nuovo ETF di Rize ETF, anche questo segmento può essere acquistato senza uscire dal listino nazionale.
L’ETF Rize Pet Care (ISIN IE000QRNAC66), come riporta il KIID, investe in “aziende internazionali quotate in borsa che dovrebbero beneficiare della crescente diffusione e umanizzazione degli animali domestici, dell'adozione di diete e alimenti freschi e naturali nonché di prodotti e servizi per la salute degli animali domestici e dell'importante ruolo che questi animali svolgono per la salute e il benessere complessivo dell'umanità. L'indice comprende società attive nel settore della cura degli animali domestici e fornitrici di cibo, prelibatezze e prodotti di consumo, gestori di negozi principalmente orientati alla vendita online di prodotti e servizi, aziende operanti nel comparto della salute degli animali domestici che distribuiscono farmaci, servizi veterinari e le relative attrezzature nonché compagnie assicurative che offrono principalmente prodotti sanitari e assicurazioni sulla vita. L'Indice implementa una serie di criteri ambientali, sociali e di governance che escludono le società che operano in determinati settori e violano norme e standard internazionali generalmente accettati e/o sono coinvolte in controversie rilevanti”.
Pet Economy: un mercato atteso in decisa crescita
Un occhio quindi al mercato e uno alla sostenibilità a giudicare dalle promesse di Rize che ad un costo di 0,45% annuo offrirà agli investitori italiani esposizione ad un settore in forte crescita. La spesa dei cittadini americani verso gli animali domestici è in costante crescita come dimostra il grafico: nel 2021 sono stati toccati i 110 miliardi di dollari. Questo si confronta con 104 miliardi di dollari del 2020 e 97 miliardi di dollari del 2019.
Circa il 67% delle famiglie americane hanno animali da compagnia. Il dato è in aumento rispetto al 56% del 1988, secondo l’American Pet Products Association ed è superiore rispetto ai nuclei familiari con figli. Morgan Stanley prevede che la spesa media annua delle famiglie per animale da compagnia crescerà a 1.292 dollari entro il 2025, rispetto ai 980 dollari del 2020. Nel 2030 la rilevazione dovrebbe arrivare a 1.909 dollari per il 2030.
L’ETF è appena stato quotato e quindi appare prematura ogni forma di valutazione. Possiamo però dire che a livello geografico tre quarti del portafoglio sono investiti in USA seguiti da Brasile (7%), Regno Unito (7%) e Giappone (6%). A livello inter settoriale il comparto healthcare copre metà del portafoglio seguito dalla vendita al dettaglio (30%) e da produttori di cibo per animali (18%). La pet economy è un fenomeno interessante non solo per il giro d’affari in costante crescita, ma oggi anche perché è possibile scommettere sulle aziende mondiali del settore.