La diversificazione di portafoglio ha il grande vantaggio di essere un fattore di controllo del rischio che non richiede competenze di chissà quale natura finanziaria, salvo ovviamente quelle richieste per mettere i tasselli giusti al posto adatto. Questo inizio di 2022 è stato incredibile per la correlazione 1 che si è venuta a creare tra le diverse asset class di portafoglio. Dal mondo obbligazionario a quello azionario i cali sono stati uniformi. C’è stato chi ha fatto meglio e chi ha fatto peggio ma il segno meno impera.
Guardando però a distanza di 12 mesi, alle performance negative dell’obbligazionario e dell'azionario emergente si contrappongono i segni più dell'equity globale. Emergono però delle interessanti considerazioni relativamente ad alcuni temi di mercato che hanno proprio il compito di diversificare le fonti di un investimento. Uno di questi temi è quello dei titoli real estate.
Investimenti: il real estate premia gli investitori
Forti dell’ottimo andamento del settore immobiliare a livello mondiale e nonostante il rialzo dei tassi di interesse, gli ETF specializzati nell’investimento in REIT, sia da inizio 2022 che negli ultimi 12 mesi hanno fatto meglio dell’indice globale e dello stesso S&P 500. A distanza di 1 anno un prodotto del comparto realizza una performance del 14% contro il 13% dell' S&P 500 e il 9% dell'MSCI World (dati al 19 maggio 2022).
SPDR Dow Jones Global Real Estate ETF e Amundi ETF FTSE Epra Nareit Global sono i due strumenti con masse superiori ai 200 milioni di euro quotati a Milano che possono essere utili per coprire questo segmento di investimento. Le differenze tra i due strumenti è marginale. Gli indici replicati sono diversi, FTSE per Amundi e DJ per SPDR. Inoltre il fondo di Amundi è ad accumulazione, quello di SPDR a distribuzione.
Meno costoso di 16 punti base annui l’ETF di Amundi, che presenta una esposizione verso gli Stati Uniti inferiore di circa 7 punti percentuali (61% vs 68%). Identica la presenza dei Paesi che seguono gli USA in termini di peso: Giappone, Regno Unito, Singapore e Germania, pur con percentuali leggermente diverse, sono le Nazioni ai primi posti in termini di rappresentatività.
Una differenza la si nota solo nella presenza di alcuni titoli all’interno di un ETF che non sono nella top ten dell’altro strumento, o hanno un peso inferiore. Ad esempio, se Prologis, Public Storage e Simon Property sono tra le prime tre azioni di SPDR, nell’ETF di Amundi si inserisce Equinix al secondo posto per peso con gli altri tre comunque ben rappresentati.
Differenze irrilevanti per un investitore di lungo periodo, anche a giudicare dalla tracking difference molto simile tra i due strumenti, entrambi capaci di replicare bene il benchmark. Un mondo quello dei REIT che sta lentamente recuperando quel gap accumulato negli ultimi cinque anni rispetto al tradizionale equity globale (circa 40 punti percentuali). Se però il principio della mean reversion dovesse prendere corpo nei prossimi anni, il comparto real estate rimane interessante anche per sfruttare le capacità decorrelanti di questa tipologia di investimento.