La Borsa americana rimane ancorata ai valori di inizio anno ancora lontana dai massimi storici. In questo contesto chi ha comprato ETF con sottostante il fattore volatilità si sarebbe dovuto aspettare un recupero dal drammatico ribasso del 2021, ma ciò non è successo. Al fianco degli ETF che cercano di replicare l’andamento della volatilità, ci sono quelli short sul contratto future S&P 500, cercando in questo caso di ricalcare al contrario le flessioni del listino.
ETF: il difetto degli strumenti di copertura
Due sono i prodotti sui quali mi concentro oggi quotati a Milano. Lyxor S&P 500 VIX Futures Enhanced Roll (ISIN LU0832435464) e Xtrackers S&P 500 Inverse Daily Swap (ISIN LU0322251520). Per entrambi il confronto con un ETF qualsiasi investito sull'S&P 500 è impietoso. A fronte di una Borsa americana in rialzo negli ultimi 12 mesi del 14%, lo strumento sul VIX perde il 15%, quello che teoricamente dovrebbe realizzare la performance inversa è paradossalmente in rialzo del 10% (dati al 2 maggio 2022).
Uno di loro ha fatto un buon lavoro in termini di direzionalità, ma non in termini di performance attese. L'altro non ha ottenuto la variazione inversa che era attesa conseguendo un risultato con lo stesso segno dell'indice di riferimento. Le inefficienze degli strumenti sono alla base di queste distorsioni che rendono questi ETF complessi assolutamente inadatti per essere utilizzati ai fini di copertura.
Il Lyxor Enhanced Roll VIX Futures replica un paniere di contratti che vengono “rollati” ad ogni scadenza, incappando nel tradizionale difetto di tutti quegli strumenti con questo tipo di sottostante. Quando la curva dei prezzi è in contango, il contratto successivo costa di più di quello in scadenza costringendo il possessore del titolo a “rinunciare” ad una quota di partecipazione. Meglio quando il sottostante scende (perché perde meno), ma peggio quando sale visto che il fattore di partecipazione è ridotto. Se anche la volatilità tornasse a salire, è improbabile che i possessori di questo ETF recupererino il terreno perduto negli ultimi mesi o anni.
ETF: ecco come guadagnare dalla volatilità
È soprattutto il comportamento del sottostante VIX a privare l’ETF di quella caratteristica di strumento di hedging che in molti ricercano. Fiammate temporanee e di breve periodo come quelle che si stanno vedendo a Wall Street ormai da diversi anni non producono infatti la necessaria benzina per guadagnare terreno in modo consistente. Serve una volatilità strutturalmente più alta.
Se questo prodotto quindi può essere indicato o per brevi periodi di tempo di possesso o per indice VIX superiore a 30 per un periodo prolungato, l’altro ETF di Xtrackers che replica al contrario la performance dell'S&500 non sembra essere migliore. O meglio, non sembra fornire quel vantaggio competitivo richiesto da chi vuole coprire attivi americani in portafoglio.
L’ETF inverso infatti risente con il passare del tempo del solito effetto compounding che rende inefficiente lo strumento nel medio lungo periodo. A distanza di 3 anni l’ETF iShares S&P 500 ha realizzato ad esempio una performance del 55% contro il -37% dello short di Xtrackers. L'ETF sul VIX nello stesso arco temporale ha perso il 15%.
Sinceramente credo che la risalita dei tassi USA offra la possibilità a chi cerca coperture maggiormente efficienti di rischio di indirizzarsi verso il mercato obbligazionario governativo e corporate ad alto rendimento con maggiori soddisfazioni e soprattutto risultati più lineari. Per chi invece cerca la speculazione questi strumenti possono essere utili ma solo se mantenuti per poche settimane.