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A sorpresa l’investimenti in obbligazioni convertibili surclassa negli ultimi 12 mesi quello in azionario globale
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Strumento solitamente utilizzato da chi vuole giocare in difesa sull’azionario presenta però anche qualche ombra da non sottovalutare
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SPDR offre due ETF che investono nelle obbligazioni globale. Cerchiamo di capire le loro caratteristiche
Gli investitori spaventati dalle incertezze di questo periodo si guardano intorno e spesso commettendo il più classico degli errori, ovvero scalare la marcia quando sul mercato si vende con lo sconto. Ma lo sappiamo, la mente umana di fronte alla perdita di certezze anche e soprattutto economiche reagisce in modo irrazionale e questo è probabilmente ciò che stiamo vedendo anche nella fase volatile di queste settimane.
Nel mondo degli ETF purtroppo non esistono dei prodotti pre confenzionati bilanciati per profilo di rischio. Questo costringe l’investitore ad assemblare due o più strumenti per cercare di limitare la rischiosità dell’azionario con un prodotto obbligazionario. Questa scelta la si può fare per il mondo sviluppato come emergente, così come su singole aree geografiche, Cina e Australia comprese.
A dire il vero un ETF che permette all’investitore di investire nell’azionario con il freno a mano tirato esiste. Stiamo parlando degli strumenti che replicano gli indici legati al mondo delle obbligazioni convertibili. (Qui un focus su cosa sono le obbligazioni e quali tipogie esistono)
Le obbligazioni convertibili sono titoli che si trovano in posizione intermedia tra i titoli obbligazionari e i titoli azionari. Il loro possessore ha la facoltà di decidere se rimanere creditore della società emittente per tutta la durata del prestito, oppure se convertire, in determinati periodi, il proprio status da creditore ad azionista sulla base di un rapporto di cambio predeterminato nel regolamento di emissione dell'obbligazione.
SPDR offre sul mercato due strumenti di questo tipo che investono sulle obbligazioni convertibili globali anche con cambio coperto (ISIN IE00BDT6FP91). La versione a cambio aperto (ISIN IE00BNH72088) è la più capitalizzata con oltre 700 milioni di euro di masse in gestione e replica l’indice Refinitiv al costo dello 0,5% annuo.
Ampio ma non ampissimo il numero dei titoli in portafoglio (poco più di 250) anche perché viene seguita la logica della replica a campionatura. Alcuni aspetti vanno però evidenziati. Le obbligazioni in portafoglio per quasi tre quarti non hanno rating.
L'assenza di rating è un primo elemento di fragilità, che si somma al fatto che l’esposizione al settore Information technology è elevata (25%). Considerando che questo settore solitamente è anche quello più growth e quindi con flussi di cassa meno generosi, non stupisce il vedere tra i primi 10 titoli ben 3 obbligazioni di Tesla. L’esposizione geografica è per metà dirottata sugli USA. Seguono Francia e Germania entrambe con l’8% di peso.
Il fondo conferma di essere un azionario con il freno a mano tirato dalla volatilità che si mantiene infatti attorno a 12%. La Tracking Difference dell’ETF dal lancio è nell’ordine di 23 punti base annue che si vanno quindi a sommare ai costi abbastanza elevati del prodotto.
La sorpresa arriva però dal confronto con un ETF globale come l'iShares MSCI World. A 5 anni le performance sono identiche. A 3 anni le convertibili sono sopra di 7 punti percentuali mentre addirittura a 12 mesi il divario è enorme. Il +17% delle convertibili fa infatti impallidire l’azionario globale, praticamente invariato.
Attenzione però. Pur con un livello di rischio inferiore rispetto ad un azionario puro, le obbligazioni contenute all’interno dell’ETF fanno riferimento a business tutt’altro che stabili e sicuri.