Quando accadono eventi traumatici sui mercati come il fallimento di qualche istituzione bancaria, gli investitori oltre ad essere naturalmente preoccupati, si chiedono che impatti diretti possono avere queste evoluzioni negative sul loro patrimonio.
In questo articolo cercherò di dare una risposta al quesito, ma ancora una volta abbiamo avuto la dimostrazione che diversificare rappresenta veramente un fattore cruciale per approfittare della crescita anche di certe società innovative, evitando il rischio di perdere l’intero capitale se le cose dovessero mettersi male.
Quali sono quindi gli ETF più impattati dall’improvvisa crisi di liquidità che ha colpito Silicon Valley Bank oppure Silvergate? E quali sono gli ETF che nelle loro fila annoverano azioni della californiana First Republic Bank?
Gli ETF più coinvolti dal crac delle banche USA
Il sempre ottimo sito justETF.com ci permette di risalire alle ultime informazioni disponibili sul mercato per capire dove si annidano le azioni sotto la lente e quali danni hanno inferto direttamente agli investimenti.
Cominciamo dalla ormai defunta Silicon Valley Bank (SVB). Secondo le informazioni del sito tedesco specializzato in ETF, le maggiori penalizzazioni le hanno subite quegli investitori che hanno messo denaro nell’ETF iShares US Banks quotato anche in Europa. Pur considerando che stiamo parlando di un’azione andata a zero e che le informazioni sono riferite al mese dell’ultimo factsheet pubblicato un mese fa, in questo ETF erano concentrate il 2,8% di azioni della società californiana. Un valore che si è polverizzato nel giro di pochi giorni. Xtrackers Us Banks risulterebbe possessore del 1,3% di queste azioni mentre tutto il resto degli ETF hanno pesi inferiori allo 0,5%. Danni quindi limitati sono quelli provenienti dal fallimento di SVB.
Il problema per il fondo di iShares Us Banks è che anche un’altra banca sotto i riflettori, First Republic Bank è presente in portafoglio e qui il peso si fa decisamente più elevato e pari al 4% dell’intero portafoglio. Per FRB siamo nella top ten delle azioni per peso sul patrimonio dell’ETF. Anche in questo caso, a parte Xtrackers, il peso della società su tutti gli altri ETF in circolazione è inferiore allo 0,5%.
Silvergate è l’altro pesce grosso rimasto impigliato nella rete anche se in questo caso la sua importanza è relativa al settore blockchain e crypto. WisdomTree Blockchain è l’ETF colpito più duramente con il peso del 5% sul totale del portafoglio seguito VanEck Crypto e Blockchain con il 3% e HanETF Grayscale Future of Finance con il 2%.
Ancora una volta l’importanza di diversificare con fondi e ETF si è rivelata cruciale per digerire con meno problemi una perdita che poteva essere ben più devastante.
Per l’ETF iShares Us Banks la botta è comunque notevole. Negli ultimi 12 mesi il ribasso sfiora il 20% contro un calo del 3% dello S&P500. Un sell off che riporta le lancette della performance indietro di 3 anni annullando tutto quello che di buono aveva fatto il settore nel 2021. A distanza di 3 anni infatti la performance è solo leggermente inferiore a quella dello S&P500; dilapidato l’enorme vantaggio accumulato dai bancari nell’ultimo triennio.
Questo ci porta al ragionamento conclusivo. Pur essendo concentrato su meno di 50 azioni, l’ETF ha consentito all’investitore di limitare i danni.
L’acquisto diretto delle azioni avrebbe avuto impatti devastanti rendendo impossibile ogni speranza di ripresa. Da verificare adesso le conseguenze sull’intero sistema finanziario. Certamente la finanza del futuro, ne abbiamo avuto la dimostrazione, non è tanto diversa da quella del passato.