Negli Stati Uniti adesso è possibile investire tramite un ETF sulle società che stanno lavorando per risolvere tutti quei problemi di disagio mentale che colpiscono ogni anno milioni di persone in età giovanile oppure molto avanzata.
Questa novità arriva da Subversive che nelle setttimane scorse ha lanciato l’ETF Mental Health (SANE il ticker). Uno dei tanti ETF attivi nati negli ultimi mesi negli States che ha l’obiettivo di investire nelle società coinvolte nel trattamento della salute mentale ma anche dei disturbi metabolici, del sonno, della nutrizione. Almeno l’80% del portafoglio verrà comunque investito in società che ricercano, producono o vendono prodotti farmaceutici che trattano disturbi mentali che vanno dalla depressione al Parkinson e l’Alzheimer.
ETF Mental Health: il SANE in dettaglio
Altro filone aziendale molto importante è quello relativo alle aziende che trattano malattie metaboliche che secondo le recenti statistiche colpiscono il 40% della popolazione americana.
Essendo a gestione attiva, il filtro delle società inserite nel paniere viene fatto sia in versione quantitativa (società con cash flow positivo) che qualitativa (considerando fattori di crescita degli utili potenziali). Si esce quindi dalla canonica linea di replica passiva di un indice e basta.
L’ETF ha un costo di 0,75% annuo, in linea con gli oneri sostenuti per fondi a gestione attiva, ma certamente elevato per uno strumento come un ETF. Queste sono commissioni di gestione e tema che siano una stima per difetto dei costi reali visto che gli oneri di negoziazione saranno più alti della media visto il tasso di rotazione più alto.
Andando a vedere le prime società in portafoglio troviamo Merck, Eli Lilly, Biogen e Medtronic. Praticamente tutti colossi della farmaceutica mondiale sono qui presenti se consideriamo che la top ten è arricchita anche da nomi come AbbVie, J&J, Sanofi.
L’ETF si va ad incastrare in un settore come quello delle biotecnologie che di recente ha fornito segnali di risveglio molto importanti. Nel 2022 il settore biotech ha chiuso con un ribasso pari alla metà di quello della borsa americana S&P500 recuperando buona parte di quel divario che ancora c’è (circa 7 punti percentuali) nelle performance a 3 anni.
Sicuramente unico nel suo genere, il problema della mente e della sua degenerazione è di attualità e sarà sempre più tenuto in considerazione all’interno di un panorama sanitario; curate molte malattie “fisiche” con tecniche innovative ora bisogna fare i conti con virus e problemi mentali sicuramente più difficili da combattere e dove la ricerca sta cercando di recuperare terreno grazie alle nuove terapie geniche.
Un ETF che presenta i soliti problemi dell’assenza di armonizzazione per un investitore italiano, ma certamente originale e interessante per chi è disposto a superare questo scoglio.