Era dal 2011, quindi oltre 10 anni fa, che un Bund tedesco decennale non rendeva più del 2,5%. Un rendimento netto superiore al 2% che ingolosisce i bondholders italiani che ormai avevano abdicato all’idea di investire nella sicurezza della tripla A della Germania a causa dei tassi negativi.
La crisi dei bancari americani ha fatto correre gli investitori verso questo porto sicuro facendo tornare i rendimenti al di sotto di questo interessante rendimento. Confermando la qualità della "carta" tedesca nei momenti di difficoltà.
Inflazione e politica monetaria BCE (i tassi a breve sono naturalmente più elevati di quelli a lunga almeno oggi) offrono la sponda ad un rialzo dei tassi di interesse tedeschi che mette alle corde soprattutto quelle compagnie assicurative che si trovano a doversi confrontare con richieste di riscatto e conseguente vendita forzata di titoli in portafoglio in pesante minusvalenza.
Gli acquisti dei titoli di stato tedeschi possono a questo punto rappresentare una credibile alternativa alle gestioni separate offerte dalle assicurazioni anche se lo spread denaro lettera rimane uno dei fattori più critici nell’investimento diretto in titoli da parte del piccolo investitore.
L'altertiva si chiama ETF
L’alternativa per chi non cerca il titolo a scadenza ma un investimento rolling sono gli ETF. Ne esistono diversi quotati in Italia e ognuno ha caratteristiche particolari che analizzo in questo articolo.
L’ETF con maggiore capitalizzazione è iShares Pfandbriefe. Il portafoglio contiene le obbligazioni tedesche (Pfandbriefe) di emittenti con una durata residua superiore a 1 anno. Solo le obbligazioni statali e corporate con un rating investment grade sono considerate come inseribili all’interno del paniere. Con un costo estremamente contenuto (0,1%), l’inefficienza del mercato al dettaglio intesa come spread denaro lettera sui titoli quotati nei circuiti nazionali è ben compensata. Il rendimento a scadenza a fine febbraio sfiora il 3,5%.
Altro ETF che contiene solo titoli di stato tedeschi è iShares eb.rexx Government Germany. In questo caso sono 25 i titoli compresi nel paniere tra 1,5 e 10 anni di scadenza, ma esclusivamente governativi. I rendimenti in questo caso sono più bassi rispetto al precedente ETF per effetto dell’inversione della curva dei rendimenti e dell’assenza di bond corporate.
La terza alternativa che si colloca tra il brevissimo termine e il medio lungo sono i covered bond tedeschi. Xtrackers iBoxx Germany Covered Swap investe in covered bond emessi da entità tedesche e si fanno forza del meccanismo di doppia garanzia offerto da questo particolare tipo di obbligazione che si fregia del titolo di non essere mai andato in default. Rendimento superiore al 3% e duration di 4 rappresentano un punto di forza di un ETF che costa lo 0,15% all’anno e può essere considerato una forte alternativa alle gestioni separate per chi cerca ovviamente di cogliere la parte buona dell’investimento e non è interessante alle caratteristiche assicurative delle polizze.
Un’occasione come non si vedeva da 10 anni quella che stanno offrendo le obbligazioni tedesche. Anche per chi cerca strumenti adatti a chi vuole vivere di rendita.
Un’occasione che potrebbe spingere diversi investitori a valutare, dopo il caso Eurovita, l’arbitraggio tra polizze di ramo primo ed ETF per sfruttare al massimo il rendimento offerto oggi dai titoli obbligazionari europei con il più alto livello di garanzia in assoluto.