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Tra i tipi di investimento degli ETF smart beta esiste anche quella Wide Moat, ossia l'investimento in società difficilmente scalabili per tipologia di business;
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La definizione arriva da Warren Buffett e richiama il fossato medioevale e la sua capacità di difendere il castello;
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Il confronto con l'S&P 500 non evidenzia grandi differenze di performance e volatilità per questa strategia
Oggi voglio parlarvi dello strumento emesso da VanEck, lo US Wide Moat, poco conosciuto ma presente nell’ampio listino di ETF quotati a Milano. Recentissima poi la quotazione del cuginetto in versione Global. Ma cosa si intende per Wide Moat? Secondo la definizione di Investopedia un “wide economic moat” è un vantaggio competitivo sostenibile posseduto da un business specifico aziendale che i rivali difficilmente riusciranno a ricoprire in breve tempo.
Il termine "moat" è stato reso popolare da Warren Buffett citando l’analogia di queste attività con il fossato dei castelli medioevali. Più ampio sarà il fossato, più difficile sarà per i concorrenti invadere il castello. Naturalmente questa protezione può essere determinata anche da barriere all’ingresso come regolamentazione nazionale, brevetti, skills professionali, brand, ecc…
Società con queste caratteristiche hanno tassi di crescita e soprattutto redditività inattaccabili per diversi anni giustificando un sovraprezzo pagato dal mercato. VanEck, celebre produttore di ETF ad alto tasso di originalità, ha messo a disposizione degli investitori proprio un prodotto passivo di questo tipo.
ETF Wide Moat: il funzionamento
L'obiettivo d'investimento dell’ETF è quello di replicare al lordo di commissioni e spese il prezzo e i risultati di rendimento dell'Indice Morningstar Wide Moat Focus Index. Il paniere è composto di titoli americani che dispongono di vantaggi competitivi sostanziali basati su una metodologia proprietaria del fornitore dell'indice che considera fattori quantitativi e qualitativi. In occasione di ogni riesame trimestrale, circa metà del portafoglio detenuto viene ribilanciato in pesi eguali.
L'Indice è composto da almeno 40 società wide moat. Il Fondo è a replica fisica e non partecipa a operazioni di prestito titoli. Le spese correnti dell’ETF sono pari allo 0,49% e questo è molto diversificato in termine di numerosità di prodotti. I primi 10 titoli ricoprono infatti solo il 27% del portafoglio. Tra le azioni più celebri presenti nella top 10 troviamo Boeing, Pfizer e Caterpillar ad esempio. L’ETF ha anche la caratteristica di essere uno dei più datati dal punto di vista dell’anzianità visto che la sua partenza negli USA risale al 2007. Ovviamente il rischio di cambio è al 100% relativo al biglietto verde.
ETF Wide Moat: le performance
Ma come si è comportato questo ETF rispetto all'S&P 500? Per l’ETF quotato in Euro disponiamo delle statistiche a 1 e 3 anni. Volatilità identica rispetto ad uno degli ETF più economici del lotto S&P 500 (come quello di Invesco), il Moat ha battuto di misura l'indice di Borsa negli ultimi 3 anni (+43% contro + 41%), mentre perde circa 3 punti (2% contro 5%) a distanza di 12 mesi.
Difficile capire quindi se questa strategia è in grado di garantire un valore aggiunto effettivo all’investitore, ma certamente il tema è interessante per coloro che scelgono di costruire portafogli su ETF smart beta come quelli che basano le loro politiche di investimento sulle società sottovalutate.