Nell’ultimo mese le criptovalute si sono riprese, così come gli ETF tematici collegati a bitcoin e blockchain. C’è però un altro tema che era stato molto caldo negli ultimi anni e che aveva subito un pesante ridimensionamento dopo la pandemia, in particolare nel corso del 2021: le energie pulite.
L’ETF iShares Clean Energy rappresenta da sempre una guida per l’intero settore per storia e capitalizzazione. Il rimbalzo che si sta vedendo in questo 2022 sembra essere quello buono per rilanciare un comparto che il piano europeo Next Generation EU e l' Accordo di Parigi sembravano aver lanciato definitivamente in orbita.
Invece, dai massimi del 2021 ai minimi del 2022 i prezzi hanno subito un calo nell’ordine di oltre il 50%. A farne le spese soprattutto società impegnate in settori come l’eolico o il solare direttamente collegate alla catena produttiva asiatica. Il lockdown cinese ha bloccato le forniture e poi in seguito l’aumento nei prezzi dei noli marittimi, del petrolio e della componentistica ha minato alle fondamenta business che vantavano valutazioni di Borsa molto elevate.
Il settore clean energy da sempre è considerato growth e ancora oggi il rapporto prezzo/utili viaggia sopra quota 30, quindi sicuramente non a buon mercato ma viste le prospettive possiamo anche dire che la cosa è abbastanza normale. L’ETF di iShares costa 0,65% all’anno, tanto per un prodotto di questo tipo ma in linea con altri tematici. Lo strumento ha un'esposizione geografica globale: gli Stati Uniti pesano per circa il 45%, seguiti da Cina al 12%, Danimarca all'11% e Portogallo e Canada al 4%. Le utility rappresentano il settore dominante con il 40%, seguite da tecnologia al 32% e industriali al 24%.
ETF: struttura tecnica interessante per il prodotto sulle energie pulite
Ma torniamo all’andamento grafico dell’ETF. A fine febbraio è stato toccato il minimo e da quel momento è partito un rimbalzo, esauritosi a ridosso della trendline ribassista. Questo movimento è stato seguito da una salita ben più decisa che proprio nelle ultime settimane ha formalizzato un segnale di inversione che sembra essere molto interessante in prospettiva.
Gli analisti tecnici noteranno, oltre alla rottura verso l’alto della linea di tendenza, anche la formalizzazione di una figura di testa e spalle rialzista con obiettivo teorico quella zona di 14,5/15 euro non tanto lontana dai massimi del 2021 che non sono però i massimi storici. Questo ETF infatti è già stato vittima di una bolla speculativa nel 2008, quando toccò un prezzo superiore ai 20 euro prima di precipitare in pochi mesi a quota 6 euro.
Quando l’interesse della massa si dirada e il sentiment peggiora, allora quello sembra il momento per cominciare ad accumulare azioni. Anche per il tema delle energie pulite sembra che questa regola abbia funzionato e ora le prospettive per i prossimi mesi si fanno sicuramente interessanti.