Il viaggio nel mondo degli ETF bilanciati ferma oggi alla stazione Vanguard con il treno LifeStrategy che rappresenta uno dei più gettonati dagli investitori italiani ed europei in genere.
Approdati sul listino italiano nel 2020, prima nelle versioni a distribuzione e a seguire in quelle ad accumulazione, gli ETF bilanciati di Vanguard si caratterizzano per il profilo di rischio crescente.
I numeri 20, 40, 60, 80 che affiancano la dicitura Vanguard LifeStrategy rappresentano il peso azionario del prodotto passivo. Si parte dal 20% azionario fino ad arrivare ad un peso del 80% per chi ha una propensione al rischio elevata ma non elevatissima.
Vanguard LifeStrategy in dettaglio
La parola fondo passivo non la troveremo nei KID degli ETF di Vanguard LifeStrategy in quanto, per ragioni di opportuna flessibilità gestionale, il gestore si tiene aperta la possibilità di modificare l’allocazione in modo discrezionale attorno ad un ideale modello non essendo previsto il benchmark a livello contrattuale.
Il KID del LifeStrategy 60 ad esempio ci dice che “Il Fondo cercherà di raggiungere il suo obiettivo di investimento acquisendo esposizione a un portafoglio diversificato composto approssimativamente per il 60% dal valore di titoli azionari e per il 40% dal valore di titoli a reddito fisso”.
Non c’è quindi tattica e il ribilanciamento automatico sarà effettuato a discrezione del gestore nei tempi e nelle asset class; questa scelta non sarà finalizzata a fare tattica, quanto piuttosto per minimizzare i costi del prodotto e il disallineamento del portafoglio rispetto al modello di asset allocation strategica prevista.
La replica del prodotto è fisica con costi dello 0,25% all’anno a cui si sommano alcuni punti base di costi di negoziazione interna che portano l’onere complessivo del prodotto poco sopra i 30 punti base.
Vanguard mette a disposizione degli investitori una pagina dedicata a questo modello di investimento che mira ad assecondare i cicli di vita di un investitore ( Vanguard LifeStrategy ETF). Dalla giovanissima età fino alla pensione i LifeStrategy offrono una copertura diversificata, seppur con qualche lacuna di asset allocation.
Ad esempio, non sono inclusi nei portafogli i REIT, le obbligazioni emergenti, high yield e indicizzati all’inflazione, tanto per citare alcune asset class che trovano spazio in altri ETF multi asset.
Inserendo nel portafoglio gli ETF di Vanguard (quindi siamo di fronte a un ETF di ETF) il gestore cerca di ottenere una copertura globale comprendendo i mercati azionari emergenti.
Tutta la componente obbligazionaria adotta una strategia di rischio di cambio coperto (quindi gli ETF internazionali sono eur hedged) per ridurre la volatilità della componente a reddito fisso. L’esposizione alla duration rappresenta un fattore che, soprattutto nel 2022, ha reso fortemente negative le performance di questi ETF bilanciati che probabilmente hanno deluso le aspettative di diversi investitori a causa delle importanti perdite subite in seguito al rialzo dei tassi di interesse.
La componente azionaria tende ad avere come baricentro ETF globali attorno ai quali ruotano gli ETF geografici necessari per raggiungere l’asset allocation ideale.
La serie LifeStrategy già da decenni è collocata negli Stati Uniti e in Gran Bretagna ed ha riscosso grande successo soprattutto tra gli advisor indipendenti. Il motivo sta nella semplicità del prodotto che da solo può soddisfare le esigenze degli investitori meno pretenziosi ma che vogliono rimanere investiti sui mercati globali.
Chi sta accumulando un piccolo patrimonio tramite piani di accumulo, ma anche chi ha grandi patrimoni da investire, troverà in questi ETF degli strumenti a basso costo senza avere l’onere di ribilanciare in continuazione il portafoglio. In base alla fase di vita attuale e alla propensione al rischio basterà scegliere la percentuale di quota azionaria più consona ai propri desideri e lasciare che il mercato faccia il suo corso.