Dopo l'Italia, anche il Brasile ha portato a termine le sue elezioni. O meglio sarebbe dire il primo turno, visto che a sorpresa Lula non è riuscito ad evitare i ballottaggi. Con Lula dato per nettamente in vantaggio nei sondaggi, il Presidente uscente Bolsonaro ha recuperato parecchio terreno costringendo Lula sotto al 50%.
I sondaggi confermavano per la principale economia del Sud America un ritorno in sella di quel Lula da Silva che nel 2018 fu accusato di corruzione e che lo costrinse per diversi mesi in cella. Rimane a questo punto un alone di incertezza che solo il 30 ottobre verrà eliminata. Certamente un astensionismo molto alto ha danneggiato il settantasettenne ex Presidente.
Real migliore valuta del 2022
Da settembre 2018, anno dell’insediamento di Bolsonaro, a oggi la borsa brasiliana ha guadagnato il 20% in un altalena di massimi e minimi che hanno visto comunque nei massimi pre Covid una barriera insormontabile. E proprio la gestione della pandemia sembra essere stato l’anello più debole del governo Bolsonaro con le immagini delle centinaia di morti nel 2020 che scorrevano nei notiziari di tutto il mondo con un Presidente che incredibilmente negava la pericolosità del virus. Sono stati quasi 700mila i morti per Covid in Brasile, numero secondo solo a quello statunitense.
In quel momento il real brasiliano, la valuta nazionale, collassava sotto i colpi di una speculazione selvaggia che addirittura associava il Brasile all’Argentina. La banca centrale ha cominciato ad agire in maniera rapida sui tassi di interesse per arginare un’inflazione in doppia cifra. Questa proattività ha consentito al real di reggere all’urto e poi addirittura di diventare la migliore currency del 2022. Uno spunto che ha garantito anche alla borsa locale di essere una delle migliori al mondo con una performance positiva superiore al 30%.
L’esposizione al settore minerario dell’indice principale, il Bovespa, ha creato le giuste condizioni per il rally. Quasi un terzo dell’indice è rappresentato da azioni operative nel campo delle materie prime come Valeo e Petrobras e questo, nell’anno delle commodity ha fornito un indubbio vantaggio.
Il mercato sembrava quindi voler premiare in anticipo il ritorno in sella di Lula con un cambio di rotta verso una politica come quella di Bolsonaro comunque orientata alla crescita economica. Dovrà aspettare per festeggiare a quanto pare.
Investire sul Brasile con gli ETF
Per investire in Brasile esistono diversi ETF quotati in Italia. iShares e Lyxor dispongono degli strumenti a maggiore capitalizzazione con oltre 300 milioni di euro che, seppur ad un costo non modesto per un ETF (0,65% Lyxor e 0,74% per iShares come commissioni annue), garantiscono una buona dose di liquidità.
Nonostante la crescita recente, il mercato brasiliano rimane incredibilmente conveniente. Il rapporto prezzo utili di 6 lo pone ai vertici per economicità nei fondamentali. Il rapporto tra prezzo e valore di libro rimane anch’esso sotto quota 2.
Il grafico ci mostra un aspetto interessante della vicenda Brasile. Se i minimi del 2008, 2016 e 2020 hanno dimostrato una eccellente capacità di tenuta, la down trend line che scende dai massimi del 2011 ancora non è stata violata al rialzo. Solo quello sarebbe il segnale limpido di un’accelerazione nella fase di recupero per Msci Brazil. Saranno le elezioni a sancire questo definitivo strappo verso l’alto?