L'intelligenza artificiale, spesso abbreviata con la sigla AI, sta rivoluzionando il modo di fare business in tutto il mondo: le notizie sul fenomeno Chat GPT3 nelle ultime settimane sono apparse praticamente ovunque dipingendo scenari, forse eccessivamente ottimistici, ma che comunque vedono questa nuova forma di tecnologia al centro dell’attenzione di molti grandi player della tecnologia.
La stessa Google ha presentato Bard, quello che dovrebbe essere il concorrente di Chat GPT. E i prezzi delle azioni del settore si stanno riprendendo alla grande seppur ancora ben al di sotto dei massimi di fine 2021.
Secondo uno studio di McKinsey & Company, l’intelligenza artificiale porterà una crescita del prodotto interno lordo globale del 26% entro il 2030. Allo stesso tempo, un'indagine della Commissione europea ha mostrato che le imprese europee che utilizzano attivamente l'AI possono aumentare i loro profitti fino al 40%.
ETF: focus su quelli che investono nell'intelligenza artificiale
Dopo il “massacro” nei prezzi del 2022, anche gli ETF che investono in intelligenza artificiale vengono così riscoperti dagli investitori. Sono almeno cinque quelli presenti sulla piazza azionaria milanese, con quattro di questi che vantano anche livelli di capitalizzazione interessanti e superiori ai 200 milioni di euro.
Xtrackers, Amundi, WisdowTree e L&G hanno nelle loro descrizioni le parole Artificial Intellingence; questo richiama alla mente naturalmente il sogno di azzeccare il trend del futuro con conseguente aumento dei valori delle azioni sottostanti dove si spera sempre di pescare il titolo dalla crescita esponenziale.
Se il 2021 aveva illuso con rialzi superiori al 30% (ma non in modo uniforme visto che L&G aveva visto il suo ETF crescere di meno del 20%), il 2022 ha rappresentato la classica doccia fredda con ribassi che hanno abbondantemente ricoperto quel guadagno. Anche in questo caso però annotiamo un ETF (in questo caso Amundi - vedi grafico) che si è mosso in maniera meno negativa con un calo del 20%.
Con livelli di volatilità incredibilmente elevati (si va dal 38% di L&G al 21% di Amundi), questi ETF replicano indici diversi tra loro che possono portare anche a composizioni di panieri titoli sensibilmente differenti.
Ad esempio WisdomTree replica l’indice Nasdaq CTA Artificial Intelligence che vede al primo posto per titoli più pesati società come Pros Holging, Workday, Ciena che non troviamo ad esempio nell’ETF di Amundi molto più frammentato (il titolo più pesato ha una percentuale dello 0,7%) con Maxar, Alphatec e Korea Electric ai primi posti.
Xtrackers replica l’indice Nasdaq Yewno Global Artificial Intellingence and Big Data e con un cap al 4,5% per titolo risulta essere più concentrato con il peso massimo di esposizione toccato da società come Samsgung, Nvidia e Apple. Sicuramente l’ETF con maggiore presenza di large cap in portafoglio.
Infine L&G che replica l’indice ROBO Global Artificial Intelligence e dove ancora una volta troviamo nomi diversi ai vertici della classifica per peso. Illumina, JFrog e Twilio con un peso del 2% a testa guidano la top ten dei titoli sui quali investe l’ETF.
ETF questi tematici che quindi offrono per lo stesso settore ricette diverse e che quindi vanno studiati a fondo (soprattutto leggendo i KID) per comprendere se lo stile è prevalentemente di investimento in large cap rispetto alle smalle cap, di eccessiva concentrazione oppure di dispersione rispetto al settore core che dovrebbe essere quello dell’intelligenza artificiale.
Sicuramente un tema di lungo periodo che però presenta anche dei rischi. Cambiamenti legislativi, innovazioni tecnologiche future, valutazioni eccessivamente care che abbassano le prospettive di rendimento nel lungo periodo. Infine, un beta, quindi una sensibilità al mercato, maggiore di 1. Tutti elementi che vanno adeguatamente pesati prima di investire.
Il consiglio è sempre quello di diversificare. Pur assistendo ad una rottura grafica interessante ed importante ad esempio da parte dell'ETF di Amundi, se vogliamo inserire il tema dell’intelligenza artificiale nel nostro portafoglio di investimento meglio farlo con cautela e con basse percentuali.
Lasciamo che sia il mercato, con l’auspicabile crescita dei prezzi nel lungo periodo, ad offrire in futuro una rivalutazione importante delle quotazioni in grado di aumentarne il peso all’interno del patrimonio investito.