L’inizio del 2023 non dice solo Europa, ma anche Asia emergente. Questa la sentenza emessa da mercati che stanno abbandonando la borsa americana per investire su ciò che era stato investito dal pessimismo nei mesi scorsi. L’Europa, dove probabilmente la recessione non ci sarà grazie a prezzi del gas in caduta libera e tornati ai livelli dell’estate 2021, e la Cina più il resto dei paesi satellite in vista di una riapertura post Covid da parte di Pechino.
Il mondo delle materie prime, rame in primis, sta reagendo molto bene dimostrando che il mercato crede ad una Cina che potrebbe sorprendere, assieme all’Europa, nel 2023.
ETF Europa ed Asia: in arrivo un ritorno verso la media?
Con un distacco di quasi 5 punti percentuali da inizio anno, gli ETF che investono sui mercati europei e asiatico emergente si stanno dimostrando desiderosi di recuperare un gap che ha assunto proporzioni importanti su un orizzonte temporale neanche tanto lungo a 5 anni. Dopo un lustro, infatti, i numeri sono impietosi se messi a confronto con un tradizionale indice S&P500.
Il 75% di guadagno total return (quindi comprensivo degli utili) della borsa americana, viene messo a confronto con il 30% di performance positiva di un ETF che investe sull’indice Msci Europe e appena il 10% espresso da un indice Msci Emerging Asia dove la Cina ha un peso di un terzo sul portafoglio complessivo.
Se il processo di “ritorno verso la media” prenderà corpo nel 2023 le valutazioni espressa dai rapporti prezzo utili appaiono particolarmente invitanti.
Per l’Europa oggi si pagano 14 volte gli utili contro il 20 dell’equivalente indice americano. Il dividendo europeo è poi doppio rispetto a quello potenzialmente ricavabile da un investimento sulle azioni americane.
Allineate allo sconto europee le quotazioni espresse dall’azionario emergente asiatico. Anche qui il rapporto prezzo utili a 14 (ma con dividend yield più modesto ma superiore a quello americano) rafforza il concetto che margini per colmare il gap con le borse americane ci sono e ancora ampi.
Osservando i due grafici relativi agli ETF di iShares che investono rispettivamente in azioni europee e azioni emergenti asiatiche le prospettive appaiono ancora più interessanti. Le prime hanno già svoltato verso l’alto e dopo una breve correzione stanno ripartendo di slancio verso i massimi del 2022. Le seconde, quindi le azioni emergenti asiatiche, si stanno approssimando verso la linea di resistenza più importante da quando nel 2021 è cominciata la correzione.
Superare questo ostacolo aprirebbe le porte per interessanti margini di recupero preludendo a nuove rotazioni geografiche da parte di gestori un po' troppo America dipendenti nell’ultima decade di borsa e quindi ancora indietro in termini di ribilanciamenti di portafoglio.