La maggior parte degli investimenti in strumenti passivi gli investitori la destinano, giustamente, ad indici globali o comunque geografici costituiti da azioni cosiddette “large cap” (a grande capitalizzazione). Stiamo parlando ad esempio di azioni Apple o Amazon negli Stati Uniti, oppure Danone o Total in Europa.
Se questa scelta non trova grandi controindicazioni per tutti coloro che hanno piani di investimento di medio lungo termine proprio per il vantaggio di diversificare geograficamente e settorialmente gli investimenti stessi con società di altro profilo e ben capitalizzate, la teoria accademica negli anni ha compreso che per allargare ancora di più i benefici della diversificazione si può attingere a fonti aggiuntive di rendimento andando su azioni con stili di investimento particolari. Ad esempio, le azioni value, ovvero quello con fondamentali particolarmente sottovalutati. I REITs, le società operative nel campo del real estate. O ancora le piccole e medie capitalizzazioni.
In gergo small cap, investire in società a capitalizzazione di mercato più contenuta significa prendersi qualche rischio aggiuntivo (non a caso la volatilità degli investimenti in small cap è più alta rispetto alle large cap), ma con redditività attesa più elevata grazie a potenzialità di espansione degli utili che non ritroviamo in molte large cap.
Come investire nelle small cap
Gli indici più diffusi nel mercato degli ETF come S&P500 e Stoxx600 escludono per regolamento le società a piccola capitalizzazione. Ad esempio, lo S&P500 include all’interno del suo paniere le 500 società a più elevata capitalizzazione del mercato statunitense. Anche indici globali come il Msci World che ritroviamo in numerosi ETF, non ha una copertura del mercato azionario delle piccole capitalizzazioni, salvo nel caso in cui alla denominazione Msci World non venga abbinata la dicitura IMI. Comunque sia il peso percentuale delle società a piccola capitalizzazione è modesto anche nel caso di indici IMI.
L’investitore al dettaglio ha oggi la possibilità di investire in strumenti a basso costo passivi che replicano indice di small cap globali o regionali. iShares Msci World Small Cap o SPDR Msci World Small Cap sono i due ETF più capitalizzati quotati che offrono un’esposizione globale a questo particolare tipologia di investimento. Dal sito di Msci apprendiamo che dal 2000 il rendimento annuo delle piccole capitalizzazioni è stato del 8,8%, il 6,5% di un tradizionale indice globale di grandi capitalizzazioni. Fenomeno che si è offuscato nell’ultima decade e che deve fare i conti con una volatilità dell’investimento maggiore (a 10 anni 16% contro 14%).
A livello geografico non si vedono grandi differenze con gli indici large cap. Gli USA coprono il 60% dell’ETF seguiti da Giappone al 10% e UK al 5%. Differente il discorso legato ai settori. Gli ETF globali su piccole capitalizzazioni hanno infatti una predominanza di società industriali, finanziarie e legate ai consumi discrezionali.
L’investimento globale può essere anche declinato a livello regionale. Esistono ETF che investono solo sulle small cap americane (replicando ad esempio l’indice Russell 2000 oppure Msci Usa) o su quelle europee (Msci Europe, EMU o Eurostoxx). Anche in questo caso iShares e SPDR assieme a Xtrackers offrono ETF con un buon livello di capitalizzazione a costi compresi tra 0,3% e 0,6%. L’investimento può diventare ancora più granulare dal punto di vista geografico con ETF che investono sulle società giapponesi, inglesi, italiane oppure dei mercati emergenti. Non mancano gli ETF con caratteristiche di sostenibilità (Ubs World Small Cap Socially Responsible anche in versione eur hedged).
Il premio di rendimento offerto dalle piccole capitalizzazioni può essere un tassello oggi facilmente accessibile ad ogni investitore che vuole investire in modo diversificato. Un premio che ancora non si è visto negli ultimi 5 anni con l'azionario globale in large cap che ha doppiato la performance di quello mondiale delle small cap.
Un indice globale ha però dei limiti di diversificazione come abbiamo visto in questo articoli. Limiti che possono essere risolti attraverso ETF che a basso costo e con un buon livello di capitalizzazione e liquidità che consentono di presidiare un segmento di mercato da sempre apprezzato dagli investitori istituzionali per migliorare l’efficienza del portafoglio.