Individuare i migliori ETF degli ultimi 5 anni non ha nessun valore prospettico, ma è incredibilmente utile per non distruggere certi piani di investimento costruiti magari proprio con ETF che nell’ultimo anno sono andati particolarmente male e che potremmo aver la tentazione di vendere.
Il sito ETF.com ha fatto un esercizio simile a quello che farò io su un orizzonte temporale ancora più ampio e riferito al mercato americano. La statistica a 10 anni ci dice infatti che ai primi quattro posti ci sono ben quattro ETF che replicano indici sul tema semiconduttori, seguiti da due ETF che investono nel settore delle energie pulite per poi chiudere la top ten con ETF attivi nel mondo generico della tecnologia.
Ho voluto quindi ripetere l’esercizio andando a vedere quali ETF quotati sul mercato italiano hanno raccolto le performance migliori a distanza di 5 anni (dati al 26 gennaio 2023).
Gli ETF con le migliori performance sul mercato italiano
Abbiamo la conferma che nonostante il 2022 difficile sono sempre gli ETF legati alle energie pulite (nello specifico iShares Global Clean Energy) e quelli al mondo della tecnologia soprattutto americana (SPDR Us Tech) ad aver fatto la parte del leone nell’ultimo lustro con performance di +155% e +135%. Sempre ai vertici, ma un po' peggio della tecnologia americana, troviamo il tech globale con guadagni del 115%.
Rimanendo sopra l’asticella del “raddoppio” (quindi +100% in 5 anni) troviamo il tema delle batterie elettriche (+107% con l'ETF di L&G Battery Value Chain) e un "classico" Nasdaq 100 (+101%).
Gli ETF che hanno registrato le performance peggiori
E tra i peggiori? Qui la varietà è decisamente più ampia. Si parte dal solito inefficiente ETF che tenta di replicare l’andamento del future sulla volatilità Vix (Lyxor S&P 500 Vix Ehnanced Roll) che ha perso il 43% nonostante due bear market in cinque anni. A seguire troviamo la Cina protagonista con il Lyxor China ESG Leaders in calo del 35%. Poi viene il blocco dell’Est Europa, con la guerra a fare naturalmente da grande causa di questa sottoperformance. Lyxor e Amundi ETF Eastern Europe ex-Russia risultano in calo del 25%. Con performance sempre peggiori del 20% troviamo il real estate europeo (iShares European Property), e il primo ETF che investe in bond, per la precisione in Gilt inglesi con scadenza superiore ai 15 anni.
Cinque anni che hanno visto l’azionario mondiale realizzare una performance superiore al 50% e l’obbligazionario globale fermarsi ad un modesto 4% (quindi +27% per un bilanciato 50/50).
Alcuni settori o temi hanno fatto decisamente meglio e altri decisamente peggio. Come spesso scrivo su queste pagine la diversificazione è il miglior strumento per evitare distorsioni positive e negative anche eclatanti. Soprattutto quelle negative possono rappresentare un problema quando assumono contorni particolarmente importanti che richiederanno anni e performance molto più alte delle perdite per ritornare al punto di pareggio.