Il 2020 è stato finora un anno molto particolare per le piazze finanziarie internazionali. A scompaginare le previsioni degli investitori l’avvento della pandemia da Coronavirus che tanti morti e danni economici ha causato. Il pesante sell-off registrato tra fine febbraio e metà marzo da tutte le Borse è stato brillantemente superato grazie alla discesa in campo delle banche centrali, capaci di rassicurare gli investitori e stabilizzare conseguentemente i mercati finanziari planetari.
In questi giorni abbiamo visto il Nasdaq 100 segnare i nuovi massimi storici, tuttavia il rally dell’ultimo trimestre non ha interessato in modo uguale tutti i settori. Tra i comparti che da inizio anno hanno pagato maggior dazio alla recessione globale e al crollo della domanda generato dai vari lockdown vi è quello petrolifero.
A pesare sul petrolio e sulle quotazioni di Borsa delle società del settore sono stati diversi elementi, alcuni di breve e altri strutturali. A guidare i corsi nel breve sono stati il crollo della domanda di greggio e la contemporanea guerra commerciale tra Arabia Saudita e Russia, guardando al lungo periodo non va tuttavia sottolineato come il settore petrolifero sia messo sotto pressione dalla transizione energetica che stiamo vivendo da alcuni anni.
Le aziende petrolifere continuano dunque a vivere una fase caratterizzata da rischi e opportunità. I timori che una nuova ondata di contagi possa spingere i Governi ad adottare ulteriori fasi di contenimento sono il rischio che maggiormente intimorisce gli investitori. La crescente sensibilità verso il tema green in tutto il Mondo, i piani messi in campo per rilanciare l’economia quale il Next Generation EU e i loro investimenti nelle energie verdi e la diversificazione degli investimenti con un’attenzione particolare alla green economy da parte delle aziende petrolifere rappresentano invece delle opportunità di medio e lungo periodo.
Investire sul settore petrolifero con un Certificate
Dopo l’euforia dell’ultimo trimestre, la crescente attenzione su quello che potrà accadere nel Mondo nei mesi a venire sul fronte della gestione del Covid-19 ha fatto rallentare il passo alle Borse. In questa fase gli investitori cercano conferme negli scenari che hanno prezzato nel rimbalzo intrapreso dai minimi di metà marzo.
Partendo da questi presupposti, investire direttamente nelle azioni del settore petrolifero appare difficile: il rischio di sbagliare il timing e quello di trovarsi a prendere posizione su titoli che già hanno recuperato molto del terreno perso in precedenza è concreto. In quest’ottica il nostro interesse è stato attirato da un Memory Cash Collect Express Certificate emesso il 1° luglio da Vontobel.
L’investment Certificate ha come sottostante ENI, Exxon Mobil, Repsol e Royal Dutch Shell, una data di scadenza posta al 26 giugno 2025 e un valore nominale di 100 euro. Quotato sul SeDeX di Borsa Italiana con codice ISIN DE000VP499X3, il Certificato prevede il pagamento di premi condizionati su base trimestrale pari a 2,45 euro. In caso di pagamento di tutte e quattro le cedole previste in 12 mesi, il rendimento lordo per l’investitore sarebbe dunque del 9,80%.
L’investitore otterrà il pagamento del premio se alle date di rilevazione stabilità il peggiore dei quattro sottostanti varrà almeno il 65% dello strike price, fissato con i valori di Borsa dei titoli rilevati lo scorso 26 giugno. La prima data di rilevazione trimestrale è il prossimo 28 settembre. ln totale sono 19 le date di rilevazione previste dalla struttura del Certificate. Lo strumento gode dell’opzione memoria, fattore che consente di incassare eventuali premi non pagati in precedenza alla prima occasione in cui nel corso della vita del Certificate si verrà a soddisfare la condizione per il pagamento della cedola trimestrale.
Il Certificato gode di un’altra importante opzione, quella autocall. Anche in questo caso le finestre perchè si attivi la condizione per scadere anticipatamente sono 19, con la prima già il prossimo 5 ottobre. La struttura del prodotto è stata pensata perchè si verifichi questa condizione. Se per le prime due date di rilevazione la condizione per scadere anticipatamente si verificherà qualora il peggiore dei sottostanti quoti almeno il 110% dello strike price, tale livello scenderà nel tempo fino ad arrivare all’80% dello striking iniziale nelle ultime tre date di rilevazione intermedia.
Qualora il Certificate non dovesse scadere anticipatamente e arrivasse alla sua scadenza naturale del giugno 2025, l’investitore si troverà di fronte a tre scenari. Se tutti i sottostanti dovessero valere almeno il 65% del prezzo rilevato in fase di emissione, l’investitore otterrà il pagamento dell’ultimo premio trimestrale e il rimborso dei 100 euro di valore nominale del Certificato. Se il peggiore dei sottostanti varrà almeno il 60% dello strike price (ma meno del 65%) otterrà il solo rimborso del valore nominale. Se il Worst of varrà meno del livello Barriera (pari al 60% dello strike price), l’investitore otterrà un rimborso commisurato alla performance del peggior sottostante registrata nel corso della vita del prodotto. Se ad esempio ENI dovesse perdere il 55% del suo valore di Borsa, l’investitore incasserebbe 45 euro per ogni Certificate in portafoglio [100 euro x (1-0,55)].
Giudizio Ufficio Studi Investire.biz
Quello energetico appare uno dei macro temi che guideranno i mercati negli anni a venire. Lo scenario attuale vede in ottica prospettica una tendenza verso le energie green, tuttavia la centralità del petrolio rimarrà ancora per qualche tempo. In questo contesto, il Memory Worst of Express Certificate firmato Vontobel permette agli investitori di prendere posizione sul settore con un minor rischio di un impiego diretto su uno o più dei sottostanti. I livelli per il pagamento del bonus trimestrale e quelli della Barriera a scadenza sono abbastanza profondi e va tenuto presente che lo striking è avvenuto su livelli di prezzo storicamente bassi e in un anno in cui Coronavirus e guerra commerciale Arabia Saudita/Russia ha depresso particolarmente il settore petrolifero. In genere i titoli oil sono sempre stati scelti dagli investitori alla ricerca di rendimenti da dividendo. La pressione sui margini dati dalla discesa dei prezzi del petrolio e gli investimenti per attuare la transizione energetica sono elementi che potrebbero spingere le società a tagliare la remunerazione degli azionisti. Un Certificato come questo permetterebbe dunque al risparmiatore di prendere posizione sul tema e poter beneficiare di un ritorno annuo potenzialmente superiore a quello dato dai dividendi. La presenza dell’opzione memoria è peraltro un elemento che va a smussare il rischio di non ottenere i premi previsti dalla struttura del prodotto.
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