Dopo il violento e repentino crollo delle quotazioni di febbraio/marzo scorsi, seguiti alla diffusione della pandemia di Covid-19 in Europa, i mercati mondiali sono risaliti. Un recupero eterogeneo ma non omogeneo. Alcuni indici di Borsa, come quello italiano, hanno solo lievemente rimbalzato dai minimi, rimanendo ben lontani dai valori pre-crisi. I mercati americani, invece, hanno rimbalzato in modo energico, riportandosi quasi sui massimi precedenti. L’indice domestico si trova tuttora lontano dai massimi pre-crisi, di quasi il 30%, mentre il Nasdaq, l’indice americano dei titoli tecnologici, ha praticamente raggiunto il livello precedente.
Molti dei titoli del listino tecnologico hanno addirittura beneficiato del lockdown conseguente alla pandemia, e così dopo il sell-off generale dei mercati, hanno recuperato gran parte delle perdite o addirittura superato i massimi precedenti: si pensi, in particolare, ai social media, alle aziende di vendite online e ai fornitori di contenuti in streaming.
Il Certificato
Con queste premesse, abbiamo individuato un certificato a capitale condizionatamente protetto, con sottostanti titoli azionari legati ai settori che non hanno sofferto, come altri, il crollo dei mercati: Micron Technology, Advanced Micro Devices (AMD), Netflix, Nvidia e Snap. Tutti i sottostanti sono oggi sopra il valore iniziale, e distanti almeno il 40 % dalla barriera finale.
È stato emesso da Leonteq Securities su EuroTLX il 18 marzo scorso, con ISIN CH0524352306, appartiene alla tipologia dei Phoenix Certificate, cioè quegli strumenti che offrono sia una protezione del capitale a scadenza che cedole periodiche condizionate al rispetto di un livello di barriera (trigger). Le cedole di questo certificato sono a memoria, vale a dire che se ad una data di rilevazione uno o più sottostanti si trovano al sotto della barriera cedola, questa non viene corrisposta. Ma non è definitivamente perduta, in quanto potrà essere riscossa allorché tutti i sottostanti, in una successiva rilevazione, si troveranno sopra il livello.
Per questo certificato la cedola è pagata trimestralmente, prossima data di rilevamento il 16 giugno, ammonta al 7,5% del nominale, ed il trigger è fissato al 70%, vale a dire che viene pagata se il worst of non perde – alla data di rilevazione- più del 30% rispetto al valore iniziale. È provvisto della clausola autocallable, a partire dal 15 marzo 2021, con trigger al 100%, decrescente del 5% ad ogni trimestre. La protezione del capitale a scadenza è pari al 65% dello strike, con barriera discreta. Il certificato è quotato in euro, pertanto non esiste rischio cambio, ed il prezzo di acquisto si aggira intorno ai 1.040 €. La scadenza finale è fissata al 20 marzo 2023, salvo rimborso anticipato.
La valutazione
Come ogni certificato, anche questo presenta aspetti positivi e negativi. Tra i primi annoveriamo:
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i sottostanti sono fortemente correlati, poiché appartengono al medesimo settore, quindi la redditività potrà essere compromessa solo se eventi sfavorevoli si verificheranno specificamente sul settore tecnologico, e non sugli altri;
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la buona impostazione tecnica dei sottostanti e il loro valore iniziale relativamente basso, poiché rilevato nel periodo del sell-off, quindi con i corsi azionari prossimi ai minimi di periodo, e questo rappresenta un notevole vantaggio per l’investitore;
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la barriera cedola e quella finale sufficientemente lontane dal prezzo attuale;
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le cedole, pari al 30% annuale, sono particolarmente ricche e consentono di godere di un ottimo flusso finanziario per la durata del certificato; l’autocallable è posto ad una data non troppo ravvicinata, consentendo di percepire, rispettando il trigger, di ben quattro cedole mensili.
Per quanto concerne gli aspetti negativi:
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il numero dei sottostanti è pari a cinque, e, com’è noto, maggiore è il numero dei sottostanti, maggiore sarà il rischio che uno di essi violi la barriera;
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la volatilità dei sottostanti, che, benché calata rispetto ai picchi di metà marzo, è rimasta ancora elevata. D’altra parte, è proprio grazie all’alta volatilità dei sottostanti al momento della strutturazione del certificato che l’emittente ha potuto offrire rendimenti così elevati, per effetto del basso prezzo delle opzioni di cui il certificato è composto.
Gli scenari
Se alla rilevazione di marzo 2021 tutti i sottostanti si troveranno sopra il trigger del 65%, l’investitore riceverà il rimborso del valore nominale e una cedola trimestrale. Se aggiungiamo le precedenti cedole, l’importo riscosso sarà pari a 1.300€, con un rendimento del 25% in nove mesi e mezzo, oltre il 31% annualizzato.
Cosa accade se il certificato non va in autocallable e arriva alla scadenza? In questo caso abbiamo due scenari, uno negativo e uno positivo. Il primo si riferisce all’ipotesi che sia violato il livello di protezione del capitale, che – essendo la barriera di tipo discreto – si rileva solo alla scadenza: il rimborso del capitale sarà commisurato alla performance negativa del worst of, secondo la formula "Valore finale/valore iniziale X valore nominale", e il sottoscrittore subirà una perdita in conto capitale più o meno grande a seconda dell’entità della performance negativa e del prezzo di acquisto. Peraltro la perdita potrà essere attutita, annullata o trasformata in guadagno in relazione all’importo delle cedole percepite. Lo scenario positivo, invece, prevede che il worst of chiuda ad un prezzo superiore alla barriera finale, con il rimborso integrale del valore nominale. In più occorre considerare il flusso cedolare di cui ha beneficiato l’investitore, in base a questo si potrà determinare l’ammontare del suo guadagno ed il rendimento ottenuto.
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