Con oltre 96 milioni di casi in tutto il mondo, il Coronavirus è stato capace di sconvolgere le vite di tutta la popolazione, che si è trovata a fare i conti con una pandemia avvenuta in un contesto di globalizzazione che ha agevolato il propagarsi della pandemia dalla Cina. L’unico modo individuato per frenare il virus è stato individuato nei lockdown, che hanno inevitabili ricadute sul sistema produttivo ed economico.
Nel 2020 infatti, le continue chiusure hanno provocato una contrazione del PIL mondiale stimata nel 4,3%, che sarebbe stata del 5,7% senza il contributo dell’ex Impero Celeste, unico Paese ad aver registrato una crescita durante l’anno scorso (pari al +2,3%).
Per il 2021 le attese sono più rosee, in particolare grazie all’avvio della campagna vaccinale iniziata con Pfizer, che insieme a BioNTech ha sviluppato il primo vaccino anti-Covid ad essere approvato dalle principali autorità sanitarie mondiali.
Dai test, il siero si è rivelato efficace al 95% e necessita di due dosi a distanza di 21 giorni prima di fornire la protezione indicata. Interessante a tal proposito osservare le reazioni delle azioni Pfizer nel 2020, che a dispetto della fondamentale scoperta della soluzione vaccinale hanno segnato un -0,89%.
Sebbene i risultati aziendali non siano esaltanti, è da considerare come la società abbia ripreso a distribuire dividendi in crescita dal 2009 e possa beneficiare anche in Borsa dei ricavi per la distribuzione del vaccino: secondo le indiscrezioni, ogni dose costa 14,71 dollari. Nel 2021 la lotta al Coronavirus rimarrà centrale e Pfizer potrebbe ancora catalizzare l’attenzione degli investitori.
Azioni Pfizer: l’analisi tecnica
Il grafico settimanale delle azioni Pfizer evidenzia una certa fiacchezza da parte dei prezzi, che continuano a veleggiare nei pressi della linea di tendenza ottenuta collegando i minimi di giugno e ottobre 2020. Una rottura di tale sostengo porterebbe le quotazioni in primis verso il livello di concentrazione di domanda a 34,75 dollari, per poi passare al test dell’importantissimo supporto a 28,69 dollari.
Quest’ultima zona è riuscita a frenare gli impulsi ribassisti innescati tra fine febbraio e inizio marzo dalla crisi Covid. Al contrario si potrebbe assistere ad una ripresa di vigore dei compratori in caso di rialzi oltre i 38 dollari, i quali permetterebbero di mettere nel mirino i 40,87 dollari, dove transita la resistenza statica espressa dai massimi della seconda settimana di gennaio 2021.
Investire su Pfizer con i Certificati
La situazione descritta su Pfizer è particolarmente interessante se si guarda al Certificato Recovery TOP Bonus di Société Générale con ISIN LU2088861260. Questo prodotto è quotato dal 4 dicembre 2020 sul mercato SeDeX di Borsa Italiana ad un prezzo di emissione, pari al Valore Nominale, di 90,909 euro.
Questo strumento consente agli investitori di ricevere un rimborso a scadenza di 100 euro a patto che alla data di valutazione finale fissata al prossimo 18 giugno (tra meno di 6 mesi) il valore delle azioni del colosso farmaceutico sia superiore a quello della Barriera, fissata a 32,94 dollari, il 90% dello Strike Iniziale.
Per questo motivo, eventuali ribassi del titolo non sarebbero un evento totalmente negativo, in quanto farebbero scendere il potenziale prezzo di acquisto del Certificate incrementando di conseguenza il rendimento potenziale a scadenza e lo spazio per un recupero più sostenuto delle quotazioni grazie ai due importanti supporti menzionati nell’analisi tecnica.
Al momento il Certificato quota ad un prezzo ask di 94,25 euro (guadagno lordo potenziale del 6,10%), mentre le azioni Pfizer veleggiano al 10% sopra la Barriera. Lo scenario negativo prevede invece che alla data di valutazione finale i prezzi di Pfizer quotino ad un prezzo pari o inferiore di 32,94 dollari: il Certificato inizierà a replicare la performance negativa del sottostante calcolata rispetto allo Strike e moltiplicata per il Valore Nominale. Questo causerà una perdita sul capitale investito.
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