Sui mercati azionari è presente una forte incertezza. Il conflitto tra Russia e Ucraina iniziato a febbraio di quest’anno ha peggiorato un problema che già stava iniziando ad emergere: l’inflazione. Nell’Eurozona, il dato di ottobre (anticipato) ha mostrato una rilevazione al 10,7%, oltre le attese del 10,3% ai massimi storici. Inoltre, nel 3° trimestre del 2022 il PIL del Vecchio Continente (anticipato) si è attestato allo 0,2%, oltre il consensus allo 0,1% ma in deciso rallentamento su base sequenziale. In questo quadro, la BCE continua nel suo percorso di rialzo dei tassi, con il costo del denaro che attualmente si trova al livello più alto dal 1° trimestre 2009.
In questo quadro, le recenti dichiarazioni di diversi esponenti del board dell’Eurotower fanno intendere come la politica restrittiva andrà avanti nonostante i pericoli sulla crescita dell’economia e fino a che l’indice dei prezzi al consumo non tornerà verso il 2% nel medio termine. Guardando alle previsioni Bloomberg, l’inflazione è attesa al 5,5% nel 2023 e al 2,3% nel 2024, mentre per l’anno in corso dovrebbe attestarsi all’8,1%. Per quanto riguarda il Prodotto Interno Lordo, questo è stimato allo 0,9% nel 2023 e all’1,9% nel 2024. In tale contesto, le previsioni fornite da Bloomberg mostrano come vi sia l’80% di probabilità di recessione entro il prossimo anno.
Nel frattempo tuttavia, la stagione delle trimestrali in corso procede in maniera tutto sommato positiva. Di circa la metà delle società europee che pubblicano i conti, il 64,84% ha superato le attese degli analisti sui ricavi, mentre il 47,88% lo ha fatto per gli utili.
Oltre a ciò, con il recupero di ottobre, i principali indici di Borsa europei sono riusciti a mitigare le perdite da inizio anno: al momento della scrittura, l’EuroStoxx 50 perde il 13,29%, il DAX il -14,25% e il FTSE Mib il -13,13%. Tutto sommato, la discesa dei mercati è relativamente modesta visto il quadro di incertezza attuale. In questo quadro, non sorprenderebbe attendersi ulteriori flessioni, specie se la situazione energetica e recessiva dovesse peggiorare. A tal proposito, uno sguardo potrebbe essere volto ai Certificati Capitale Protetto Barclays con ISIN XS2437067007 e XS2437067262. Vediamone i dettagli
Certificati: investire sulle Borse europee proteggendo il capitale
Entrambi i Certificati Capitale Protetto Barclays menzionati prima sono quotati sul mercato EuroTLX di Borsa Italiana ad un prezzo di 100 euro dallo scorso 6 ottobre e permettono di investire sul DAX (XS2437067007) e sul FTSE Mib (XS2437067262). Nel dettaglio, con il prodotto sul paniere teutonico l’investitore riceverà alla data di rimborso prevista per il 13 ottobre 2027 un importo commisurato all’andamento positivo del sottostante, fino ad un massimo di 140 euro (100 euro di Valore Nominale e 40 euro di bonus massimo).
Al contrario, il pagamento minimo sarà di 100 euro. Il funzionamento del prodotto costruito sul FTSE Mib sarà invece uguale, ma con il rendimento massimo fissato a 125 euro. Il capitale sarà pertanto protetto dalle variazioni negative dell’indice di Borsa scelto. Il Livello di riferimento iniziale è posto a 12.670,48 punti per il listino tedesco e a 21.690,65 punti per quello italiano.
La valutazione dell’Ufficio Studi di Investire.biz
I due Certificati appena visti sono particolarmente adatti per gli investitori con una bassa propensione al rischio. Il funzionamento è simile a quello dei Tracker Certificate, con la particolarità di avere da un lato un cap che limita i guadagni, e dall’altro una protezione che consente di ottenere il rimborso minimo del Valore Nominale di 100 euro. Da evidenziare come attualmente il prodotto costruito sul FTSE Mib quoti ad un prezzo ask di 91,99 euro: questa situazione potrebbe essere sfruttata per ottenere l’extra rendimento dovuto alla differenza tra il prezzo di acquisto e quello di rimborso a scadenza.
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