Il mondo degli Investment Certificate si è recentemente ampliato con una gamma di cinque Maxi Cash Collect con sottostanti composti da panieri di azioni concentrati su diversi temi. Questi prodotti permettono di ottenere un maxi
premio potenziale che va dal 10 al 18% lordo sul Valore Nominale di 100 euro alla prima data di valutazione trimestrale e sono emessi sul
SeDeX di Borsa Italiana dall’8 settembre scorso.
A partire dal sesto mese (seconda data di valutazione), questi Certificati staccano un premio dell’1% sul Valore Nominale. La condizione è rappresentata dal prezzo dei sottostanti, che alle date di valutazione intermedie
deve essere pari o superiore alla Barriera Premio, posta a seconda del paniere di riferimento dal 60% al 70% dello Strike Price iniziale. Due le opzioni che caratterizzano questi prodotti:
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Effetto Memoria: consente all’investitore di incassare successivamente i premi non pagati;
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Opzione Autocallable: dal 15 marzo 2021 consente al Certificato di scadere anticipatamente nell’eventualità in cui, alle Date Per il Rimborso Anticipato tutti i sottostanti dovessero trovarsi ad un livello pari o superiore a quello del Valore Iniziale.
Alla scadenza fissata per l’8 settembre 2023 sono tre gli scenari che si prospettano davanti al risparmiatore:
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Se il peggiore dei sottostanti del paniere dovesse quotare come o più rispetto alla Barriera Premio, l’investitore incasserà i 100 euro di valore nominale, l’ultima cedola e gli eventuali premi non pagati;
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Se il peggiore dei sottostanti del paniere dovesse quotare sotto la Barriera Premio ma come o più rispetto alla Barriera a Scadenza l’investitore incasserà i soli 100 euro di valore nominale;
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Se il peggiore dei sottostanti dovesse quotare al di sotto della Barriera a Scadenza (posta al 50% del Valore Iniziale), il Certificato inizierà a replicare la performance del Worst of.
Tra questi prodotti, quello che ha attirato la nostra attenzione è il
Maxi Cash Collect con ISIN NL0015443425 sul paniere composto da BMW, FCA e Volkswagen. Il Certificato presenta una Barriera Premio al 70% del Valore Iniziale e maxi cedola del 10% sul Valore Nominale.
Comparto automotive e Coronavirus
Il comparto automotive è sicuramente uno di quelli più colpiti dall’emergenza e dalla crisi innescata dal Coronavirus. Inizialmente il comparto è stato penalizzato dall’arrivo della pandemia in Cina, che ha
bloccato numerose catene di approvvigionamento rendendo impossibile far arrivare dei componenti.
In secondo luogo,
i lockdown e i conseguenti licenziamenti hanno messo pressione ai consumatori, che hanno tagliato le spese e posticipato (o cancellato) gli acquisti di vetture. Secondo le proiezioni di Statista, nel 2020 saranno vendute 59,6 milioni di automobili, il 20,53% in meno rispetto al 2019.
Il settore automotive è particolarmente importante per l’economia globale: secondo una ricerca di Kearney il comparto
contribuisce per circa il 3% sul PIL globale. Non c’è quindi da stupirsi che la quasi totalità degli Stati nel mondo abbia offerto incentivi all’acquisto di auto.
C’è un altro elemento che potrebbe spingere il settore in futuro:
l’elettrificazione e la decarbonizzazione. Restando in Europa, un articolo del Parlamento Europeo spiega come i trasporti siano responsabili di circa il 30% delle emissioni di Co2 del Vecchio Continente.
Se si pensa al fatto che l’obiettivo dei regolatori europei è quello di azzerare le emissioni nette di gas serra, è evidente come le
classiche auto a combustibili fossili saranno sempre meno utilizzate a beneficio di quelle elettriche. Proprio a tal proposito le stime di Transport & Environment mostrano come in Europa 1 auto venduta su 10 nel 2020 sarà elettrica o ibrida, il triplo rispetto all’anno scorso.
In una situazione in cui le società del settore auto continuano a tagliare le emissioni per sottostare ai nuovi regolamenti (95 grammi di diossido di carbonio per ogni kilometro percorso),
nel 2021 le previsioni indicano come le auto elettriche arriveranno al 15% del totale dei veicoli venduti.
In sintesi, la conversione delle principali società produttrici di auto potrebbe tornare a spingere le loro vendite. Le aziende dell’automotive europeo inoltre potrebbero essere supportate anche dal calo di fiducia nei confronti dei competitor esteri come Hyunday, che ha richiamato 51.000 veicoli elettrici in Nord America, Europa, Cina e altri mercati a causa del rischio incendio delle batterie.
L’analisi tecnica dei componenti del Certificato
Guardiamo ora alle strutture grafiche di BMW, FCA e Volkswagen. Partendo dalle azioni dell’azienda guidata da Oliver Zipse si evidenzia come
i prezzi si trovino in un punto particolarmente delicato sul chart settimanale. L’area compresa tra 63,27 euro e 65,25 euro corrisponde infatti al transito della coriacea resistenza espressa dai lows di aprile 2013 e a quello della linea di tendenza ottenuta collegando i top di gennaio e maggio 2018.
Un
superamento di tali ostacoli permetterebbe alle quotazioni di raggiungere di slancio i 75 euro, livello di concentrazione di offerta che se violato interromperebbe la serie di massimi decrescenti in atto dal 2018. Un segnale negativo si avrebbe invece in caso di discesa al di sotto di 60,70 euro, dove verrebbe effettuato il breakout della trendline disegnata con i lows di marzo e di agosto 2020. In quest’ultima eventualità, i venditori potrebbero far tornare i corsi verso il sostegno in zona 46 euro.
Per le azioni Volkswagen invece l’obiettivo per riuscire a ritrovare la forza è quello di superare la zona dei 178 euro. Se i compratori riuscissero a valicare tale soglia si verificherebbero le importanti rotture del livello orizzontale a 150,56 euro, della trendline disegnata con i top di marzo 2015 e dicembre 2019 e della resistenza statica espressa dai massimi di novembre 2017.
Per i corsi rimane comunque importante proseguire il rimbalzo iniziato a ridosso della linea di tendenza ottenuta collegando i minimi di maggio e luglio 2020, la cui violazione implicherebbe maggiori possibilità di discesa verso il supporto a 86,45 euro. Dai minimi del 2020,
le azioni FCA hanno iniziato una progressione importante che ha permesso alle quotazioni di tornare al test della resistenza a 10,694 euro, importante spartiacque tra la prosecuzione del movimento ascendente e un ritorno alle vendite.
Se si dovessero verificae acuisti sopra gli 11,4 euro vi sarebbero maggiori probabilità di assistere ad un retest dei 15 euro, ostacolo espresso dai massimi di ottobre 2018 e ai precedenti top prima dell’ultimo impulso ribassista.
Una discesa al di sotto dei 9,6 euro sarebbe vista negativamente, con i corsi che avrebbero quindi la possibilità di spingersi nuovamente verso gli 8 euro in primis.
La valutazione dell’Ufficio Studi di Investire.biz
Guardando al Certificato Maxi Cash Collect con ISIN NL0015443425 di BNP Paribas emerge subito un dettaglio interessante:
la maxi cedola del 10% ha la possibilità di venire pagata entro la fine dell’anno, permettendo quindi il recupero di eventuali minusvalenze risalenti al 2016 presenti nello zainetto fiscale.
Al momento della scrittura,
i prezzi di tutti i sottostanti si trovano al di sopra della Barriera Premio, posta a 7 euro per FCA, a 45,5 euro per BMW e a 105 euro per Volkswagen (attuale Worst of). Ad oggi quindi la maxi cedola verrebbe staccata, ma il prodotto non scadrebbe anticipatamente visto che i componenti tedeschi del basket veleggiano al di sotto della Soglia Bonus.
Positivo evidenziare anche che
le quotazioni distano ancora molto dalla Barriera a Scadenza. Un altro fattore interessante è la presenza dell’Effetto Memoria, che azzera il rischio di perdere dei premi nel caso di correzioni e successivi rialzi del mercato. Attualmente poi il Certificato scambia ad un prezzo ask di 98,85 euro, al di sotto del Valore Nominale: questo implica che gli investitori potrebbero beneficiare di un extrra rendimento dell'1,16%.
Tuttavia
molto dipenderà dalla ripresa economica, specie considerando che la seconda ondata di Covid-19 minaccia nuove chiusure in tutto il mondo con conseguenti ricadute sulle possibilità di spesa dei consumatori e sulla capacità di reagire delle aziende coinvolte.
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