Certificati: investire nella resistenza al Covid-19 | Investire.biz

Certificati: investire nella resistenza al Covid-19

07 ott 2020 - 16:00

07 ott 2020 - 17:07

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Il Coronavirus ha permesso a diverse società di brillare in Borsa. Vediamo un possibile investimento che permette di proteggere i portafogli

Il Coronavirus ha spostato le attenzioni degli investitori, che hanno beneficiato quei titoli capaci di resistere agli effetti negativi della pandemia. Se da un lato abbiamo già assistito a rialzi stellari delle società del settore tech e biotecnologico, dall’altro alcune aziende hanno interessanti prospettive di crescita se si guarda al cambio di comportamento che il virus ha già innescato sui consumatori.

L’attenzione alla propria salute, specie nei millennials, è cresciuta in modo esponenziale e nel prossimo questo vantaggio potrebbe essere sfruttato dalle società attive nel comparto alimentare e dei beni di consumo. Potrebbe quindi risultare interessante il Certificato Memory Cash Collect di UBS con ISIN DE000UE0JAG7 su Bayer, Colgate-Palmolive, Danone e Sanofi.

Analisi dei sottostanti

Guardando ai sottostanti del Certificato, si osserva come questi possano offrire una certa protezione dal Coronavirus. Innanzitutto, Sanofi sta lavorando a due vaccini contro la pandemia. Il primo, in collaborazione con GSK, è entrato nella sperimentazione di Fase 2 lo scorso settembre e si pianifica di iniziare la Fase 3 a dicembre 2020.

I piani sono quelli di ottenere l’approvazione a metà 2021. La società ha stretto accordi per 2,1 miliardi di dollari con gli USA per 100 milioni di dosi, mentre con l’Unione Europea, il Canada e il Regno Unito sono stati fatti deal per 300 milioni, 72 milioni e 60 milioni di dosi.

Il secondo prodotto vaccinale della società francese è invece prodotto in collaborazione con Translate Bio, e attualmente sta venendo testato sulle scimmie. Il programma è di iniziare con la Fase 1 entro dicembre 2020. Tra tutti gli appartenenti al basket del Certificate, Colgate-Palmolive è sicuramente quella che ha beneficiato maggiormente della pandemia.

L’azienda statunitense infatti ha goduto dell’incremento delle vendite in prodotti essenziali e per l’igiene personale che nel 1° trimestre 2020 è stato del +7,5%, e del +5,5% tra aprile e giugno 2020. Nell’ultima trimestrale la società ha riportato un utile per azione di 0,74 dollari, il 9% in più rispetto al medesimo periodo del 2019.

Oltre a beneficiare del Coronavirus, gli azionisti di Colgate-Palmolive ricevono il dividendo da 125 anni, cedola che è aumentata per 58 anni di fila. Vediamo ora Bayer. Il caso del glifosato con la Monsanto, costato 95 mila cause e risarcimenti per 10 miliardi di dollari, ne ha rovinato la reputazione.

La società sta inoltre sperimentando delle difficoltà a causa del Coronavirus, tanto che a fine settembre 2020 ha rilasciato un comunicato nella quale afferma che nel 2021 il giro di affari si attesterà nell’ordine di quello di 2020, con utili per azione leggermente inferiori. Per il prossimo anno inoltre, l’azienda stima una crescita e una generazione di cassa al di sotto delle stime.

Il titolo in Borsa ha lasciato sul terreno il 37,7% durante quest’anno, ma le quotazioni potrebbero già riflettere lo scenario peggiore. Arriviamo infine a Danone. La società del settore alimentare francese ha risentito delle pressioni causate dal Covid-19 per via della diminuzione nell’acquisto di beni voluttuari da parte dei consumatori.

Nel medio-lungo periodo però l’azienda potrebbe trarre giovamento da alcuni megatrend, come quello relativo alla maggiore attenzione delle persone alla salute o quello dell’innovazione alimentare. Proprio su quest’ultimo punto, un report di UBS ha mostrato come nei prossimi 10 anni il settore possa arrivare a valere 700 miliardi di dollari.

Oltre a questo, il settore del food ha continue prospettive di crescita: secondo quanto emerso da alcuni studi di Statista, nel 2025 il settore potrebbe arrivare a valere 1.011.083 miliardi di dollari nei soli Stati Uniti, il 9,38% in più rispetto al 2020.

Struttura del Certificato

Il Certificato Memory Cash Collect di UBS con ISIN DE000UE0JAG7 è stato emesso lo scorso 17 settembre sul mercato EuroTLX di Borsa Italiana e permette agli investitori di beneficiare di una cedola trimestrale di 1,63 euro se alle date di rilevazione intermedie il prezzo del peggiore dei sottostanti è pari o superiore al Livello di Default della Cedola, posto al 65% dello Strike Price iniziale.

In termini di rendimento, per questo Certificate si parla di un 6,5% annuo (lordo) sul Valore Nominale di 100 euro. Tre le opzioni che caratterizzano la struttura del Certificato:
  • Effetto Memoria: consente all’investitore di incassare successivamente i premi non pagati;
  • Opzione Autocallable: dal 14 settembre 2021 consente al Certificato di scadere anticipatamente nell’eventualità in cui, alle Date Per il Rimborso Anticipato, tutti i sottostanti dovessero trovarsi ad un livello pari o superiore a quello del Livello di Rimborso Anticipato, posto al 100% del Valore Iniziale.
  • Opzione Quanto: permette di proteggersi dal rischio di cambio visto che Colgate-Palmolive è quotata in dollari USA.
Rivediamo ora i sottostanti del Certificato e tutti i livelli importanti da tenere sott’occhio:
  • Bayer: Prezzo di Valutazione Iniziale, Strike e livello Autocall a 55,31 euro; Livello di Default della Cedola a 35,95 euro; Livello di Kick-In (Barriera) a 33,19 euro;
  • Danone: Prezzo di Valutazione Iniziale, Strike e livello Autocall a 57,34 euro; Livello di Default della Cedola a 37,27 euro; Livello di Kick-In (Barriera) a 34,4 euro;
  • Colgate-Palmolive: Prezzo di Valutazione Iniziale, Strike e livello Autocall a 77,15 dollari; Livello di Default della Cedola a 50,15 dollari; Livello di Kick-In (Barriera) a 52,24 dollari;
  • Sanofi: Prezzo di Valutazione Iniziale, Strike e livello Autocall a 87,06 euro; Livello di Default della Cedola a 56,59 euro; Livello di Kick-In (Barriera) a 52,24 euro;
Attualmente, solo Colgate-Palmolive quota ad un valore superiore rispetto a quello dello Strike (+0,51%), ma tutti i sottostanti del paniere veleggiano al di sopra del Livello di Default della Cedola. Ciò significa che il prodotto soddisfa i requisiti per pagare la cedola, ma non quelli per scadere anticipatamente. Il Worst-of del basket è rappresentato dalle azioni Bayer, che passano di mano al 17,7% in meno dello Strike.

La scadenza del Certificato è fissata per il 15 settembre 2025. In questa data si potranno verificare tre scenari:
  1. Se il peggiore dei sottostanti del paniere dovesse quotare al di sopra del Livello di Default della Cedola, l’investitore incasserà i 100 euro di Valore Nominale, l’ultima cedola e gli eventuali premi non pagati;
  2. Se il peggiore dei sottostanti si trova tra il Livello di Kick-In e quello di Default della Cedola, l’investitore riceverà il solo Valore Nominale di 100 euro per Certificato;
  3. Se il peggiore dei sottostanti dovesse quotare come o meno del Livello di Kick-In, il Certificato inizierà a replicare la performance del Worst of. Se Bayer dovesse quindi quotare 30 euro, il risparmiatore riceverà 54,24 euro, calcolati come [(100 euro di Valore Nominale/55,31 euro dello Strike)*30 euro del Prezzo di Liquidazione].


La valutazione dell’Ufficio Studi di Investire.biz

Il principale problema di questo Certificato d’Investimento arriva dalla situazione di Bayer. Tuttavia il Livello di Kick-In è molto basso e posto su un punto in cui in passato le quotazioni del titolo hanno dato vita a decisi movimenti rialzisti dalla durata pluriennale. Un’altra incognita potrebbe riguardare Sanofi, dove potrebbe montare una certa delusione nel caso in cui il suo vaccino anti-Covid non dovesse funzionare.

In generale comunque, il prodotto sembra avere un profilo di rischio contenuto per due motivi: il primo è la profondità delle Barriere, mentre il secondo è l’orizzonte temporale dell’investimento. In 5 anni infatti è possibile che i prezzi riescano a recuperare eventuali ribassi e che gli effetti della crisi causata dal Coronavirus siano stati riassorbiti.




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