Goldman Sachs amplia la propria gamma di certificati Fixed Cash Collect con 11 nuove soluzioni, focalizzandosi sui maggiori player bancari ed energetici italiani e diversificando l’offerta con sottostanti appartenenti ai settori delle assicurazioni, delle telecomunicazioni, automotive e dei semiconduttori.
Tutti settori che, da inizio anno, stanno risentendo di una rotazione a favore dei più difensivi, complice la rinnovata volatilità sui mercati finanziari, tornata a livelli di guardia per la combinazione di rischio di inflazione, rischio tassi e rischio geopolitico.
Questi prodotti assolvono dunque a una duplice funzione, sia di protezione che di rendimento costante spalmato nel medio periodo, sacrificando eventuali picchi di performance dei titoli sottostanti in favore di barriere estremamente profonde in grado di rendere l’evento barriera, estremamente negativo per l’investitore, altamente improbabile (anche se possibile).
I premi fissi, che vanno da un minimo di 0,40% a un massimo di 1,00% sul prezzo di emissione di 100 euro, sono pagati trimestralmente indipendentemente dall’andamento del sottostante per ciascuna delle 12 date (corrispondenti al trimestre) fino alla data di scadenza del 24 marzo 2025.
Il livello della barriera a scadenza è molto profondo, pari al 35% calcolato sul valore di rilevazione iniziale, determinato in data di emissione (23 marzo 2022). L’investitore deve inoltre tenere in considerazione il rischio emittente che nel caso specifico è decisamente basso.
A scadenza, quindi, l’investitore riceverà il rimborso di 100 Euro per ciascun Certificato nel caso in cui il prezzo ufficiale di chiusura del sottostante alla data di valutazione finale (17 marzo 2025) sia uguale o superiore al livello barriera.
Al contrario, se alla data di valutazione finale il prezzo ufficiale di chiusura del sottostante sarà inferiore al livello barriera, l’ammontare del pagamento a scadenza sarà commisurato alla performance negativa del sottostante, ovviamente inferiore rispetto al prezzo di emissione, con conseguente potenziale perdita totale o parziale del capitale investito. Tra le altre caratteristiche dei prodotti abbiamo notato inoltre che non è presente l’opzione autocall. In questo modo un investitore potrà stimare i flussi di cassa futuri.
Guardando i nuovi nati più nel dettaglio, gli 11 certificati sono quotati sul SeDeX di Borsa Italiana e hanno come sottostanti Banco BPM (ISIN GB00BPLTWV53), Unicredit (ISIN GB00BPLTWW60), Intesa Sanpaolo (ISIN GB00BPLTWY84), Assicurazioni Generali (ISIN GB00BPLTX458), Poste Italiane (ISIN GB00BPLTX565), Stellantis (ISIN GB00BPLTWX77), Telecom Italia ( GB00BPLTX011), STMicroelectronics ( GB00BPLTWZ91), ENI (ISIN GB00BPLTX128), Enel (ISIN GB00BPLTX342) ed Électricité de France (ISIN GB00BPLTX235).
Vediamo l’esempio mostrato nel video:
Ammettiamo di acquistare il certificato su ENEL (ISIN GB00BPLTX342) e cedola trimestrale, fissa e incondizionata, pari allo 0,50% dello strike price (0,50% di 100 è pari a un premio di 0,50 Euro ogni trimestre).
Alla data di emissione, un’azione della società energetica valeva 5,709 euro. Al 24 marzo 2025, l’investitore avrà ottenuto 6 Euro derivanti dalle cedole (0,50 euro ogni trimestre) e riceverà 100 Euro se il prezzo di Enel sarà superiore a 1.9982 Euro (35% di 5,709), altrimenti riceverà un valore commisurato alla performance negativa del sottostante. In questo caso, se per esempio Enel, il 17 marzo 2025 dovesse quotare 1,80 euro, l’investitore riceverà 31.52 euro invece di 100.
Il punto di vista dell’Ufficio Studi
Questi prodotti a nostro avviso sono indicati per quegli investitori che desiderano ottenere un rendimento sul capitale per proteggersi almeno dall’inflazione. Si tratta di ottime soluzioni per parcheggiare la liquidità in eccesso ed ottenere un rendimento maggiore di 0 ad un rischio contenuto. Per investitori con ingenti possibilità economiche questi prodotti possono utilizzati per ottenere una rendita periodica.
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