Certificati: guardare alle energie pulite proteggendo il capitale | Investire.biz

Certificati: guardare alle energie pulite proteggendo il capitale

26 ago 2020 - 14:09

07 set 2020 - 09:52

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Le energie pulite sono sicuramente uno dei temi del momento. Ecco un possibile modo per investirci con la possibilità di proteggere totalmente il capitale investito

La pandemia di Coronavirus ha creato delle difficoltà in alcuni settori dando la spinta ad altri. In questo senso basta guardare al comparto petrolifero e a quello delle energie pulite: il primo è stato fortemente penalizzato a causa della flessione della domanda per le misure di lockdown messe a punto dai Governi di tutto il mondo al fine di arginare il contagio del Covid-19, il secondo è invece riuscito ad ottenere una notevole spinta. Il green sembra essere uno dei prossimi macrotrend capaci di rivoluzionare le nostre vite.

La popolazione mondiale e le principali autorità stanno incrementando la loro sensibilità alle tematiche ambientali. In questo senso l’Euorozona si pone in prima linea nella corsa all’energia verde implementando misure come il Green Deal con l’obiettivo di essere il primo continente a impatto zero sul clima. L’insieme di aiuti previsto dall’UE per assistere finanziariamente la transizione all’energia verde è al momento di 150 miliardi di dollari, da erogare tra il 2021 e 2027.

Parte di questo denaro arriverà dal Next Generation EU, un fondo creato per aiutare la ripresa europea in un momento do recessione come quello che stiamo vivendo. In questo senso, un’opportunità interessante potrebbe venire fornita dal Certificato Phoenix Worst Of di Citigroup con ISIN XS1575027278, quotato sul segmento Cert-X di EuroTLX dallo scorso 10 luglio ad un prezzo di 1.000 euro. Il prodotto ha come sottostanti due colossi tra le blue chip italiane: Enel ed ENI. Vediamo insieme le opportunità e i rischi di questo investimento.

Enel ed ENI: analisi dei sottostanti

In Borsa le azioni Enel sono riuscite a recuperare quasi totalmente le perdite dovute al sell-off generalizzato di fine febbraio e inizio marzo 2020, diversi i motivi. Innanzitutto vi è da considerare come l’azienda appartenga al comparto delle utility, che tradizionalmente beneficia di politiche monetarie espansive. Questo avviene perché le aziende appartenenti a questo settore beneficiano di modelli di business stabili e dividendi in crescita, una manna per gli investitori a caccia di rendimento in un contesto in cui i tassi reali tendono a scendere al di sotto dello 0. Guardando invece al settore della società guidata da Francesco Starace, ossia quello elettrico, vi sono diverse considerazioni da fare.

Innanzitutto vi è da dire come l’elettricità è l’energia principale di due macrotrend che promettono una rivoluzione delle nostre vite: le Smart Grid e le auto elettriche. Le Smart Grid sono reti elettriche intelligenti che ottimizzano la relazione tra chi produce, stocca, trasporta, distribuisce l’energia e i consumatori finali. Per il World Economic Forum, le sinergie di questa nuova tecnologia supereranno i 2.000 miliardi di euro entro il 2025. Sempre rimanendo in tema green inoltre, le Smart Grid riducono gli sprechi di energia e di conseguenza le emissioni di CO2.

L’elettrificazione dei veicoli è invece un’altra tendenza capace di spingere le società del comparto energetico. Le stime evidenziano come gli acquisti di auto elettriche continuino a registrare una crescita e nei prossimi anni l’innovazione tecnologica permetterà di mitigare i due principali ostacoli all’acquisto di un veicolo elettrificato: autonomia e prezzo. Enel è inoltre leader globale nelle energie pulite, che entro il 2030 dovrebbero soddisfare un terzo del fabbisogno energetico mondiale. In questo senso è da ricordare come Enel Green Power possieda 1.200 impianti sparsi in 5 continenti e una produzione annuale di 99 TWh. Entro il 2050 l’azienda punta ad azzerare completamente le sue emissioni di CO2.

Per quanto riguarda ENI è invece fuori di dubbio come l’impatto del Coronavirus sia stato più pesante. In Borsa le azioni del Cane a sei zampe sono inserite in una decisa tendenza discendente, con una perdita da inizio anno del -41,55%. A pesare sull’andamento del titolo è sicuramente il prezzo del petrolio, fortemente penalizzato dalla flessione della domanda di oro nero e dai relativi timori di un’ulteriore contrazione. Vi sono però alcuni fattori di ottimismo, come quello derivante dalla possibile diffusione di una cura efficace contro l’epidemia o dall’assenza di una nuova serie di contagi capaci di fermare nuovamente i movimenti di cose e persone.

Oltre a questo, i Paesi dell’OPEC+ stanno tentando di apportare tagli all’offerta in modo tale da sostenere i prezzi nell’attuale momento di difficoltà. Il prezzo del barile è fondamentale per valutare le prospettive future delle azioni ENI, visto che l’azienda ha deciso di legare parte dell’ammontare dei futuri dividendi al valore del Brent. Non si possono non considerare gli sforzi della società di San Donato Milanese sulla decarbonizzazione. Nel Piano Strategico di Lungo Termine ENI mira a tagliare dell’80% le emissioni di gas serra dei propri prodotti entro il 2050. 

Oltre a questo, nel 2019 l’azienda è riuscita ad abbassare dell’80% le emissioni fuggitive di metano rispetto al 2014, raggiungendo in anticipo il target del 2025. Gli sforzi si concentrano anche nella Ricerca e Sviluppo, con 15 brevetti depositati l’anno scorso sullo sviluppo di tecnologie rinnovabili.

Struttura del Certificato

Con il Certificato Phoenix Worst Of di Citigroup con ISIN XS1575027278 gli investitori potranno ottenere una cedola trimestrale di 15 euro se, alle date di osservazione, il peggiore dei sottostanti abbia un prezzo uguale o superiore a quello della Barriera Cedola, posta al 70% del Valore Iniziale. Investendo nel Certificate, il rendimento potenziale è del 6% l’anno.

L’Opzione che caratterizza il Certificato è quella di Lock In. A partire dal 12 luglio 2021 se alle date di valutazione i sottostanti avranno un prezzo superiore al Livello di Lock In, posto al 100% del Valore Iniziale, l’investitore vedrà garantite tutte le cedole successive e a scadenza si garantirà il rimborso del Valore Nominale del Certificato.

Rivediamo i sottostanti del prodotto e i livelli da tenere sotto controllo:
  • Enel: Valore Iniziale e Livello Lock In a 8,086 euro; Barriera Coupon e Barriera a scadenza a 5,6602 euro;
  • ENI: Valore Iniziale e Livello Lock In a 8,698 euro; Barriera Coupon e Barriera a scadenza a 6,0886 euro

Se l’Opzione Lock In non dovesse essere scattata, alla scadenza fissata al 17 luglio 2024 si potranno verificare due scenari.
  1. Se il prezzo del peggiore dei sottostanti è pari o superiore a quello della Barriera, l’investitore riceverà il Valore Nominale di 1.000 euro maggiorato dell’ultima cedola del prodotto.
  2. Se il prezzo del peggiore dei sottostanti è inferiore a quello della Barriera l’investitore riceverà un importo direttamente collegato alla performance del titolo del paniere con la performance peggiore. Ad esempio se a scadenza ENI (attuale Worst Of) dovesse quotare 5,8 euro, il risparmiatore riceverà 666,82 euro [1.000 euro di Valore Nominale x (5,8 euro del Prezzo di Riferimento Finale/8,698 del Valore Iniziale)].


La valutazione dell’Ufficio Studi di Investire.biz

Il rischio principale di questo prodotto è rappresentato da ENI, guidata dall’andamento del petrolio. L’esposizione dell’azienda alla materia prima è peggiorata con la decisione di legare i dividendi all’andamento del Brent. Tuttavia una nota positiva arriva dal Valore Iniziale del titolo nel Certificate posto vicino ai minimi annuali. Oltre a questo è da considerare anche come i premi trimestrali dell'1,5% del Valore Nominale possono risultare particolarmente interessanti in un contesto in cui il Cane a sei zampe è sotto pressione sul fronte dividendi. Un altro fattore particolarmente interessante è quello relativo all’Opzione Lock In che se attivata permette di garantirsi tutte le cedole successive al suo innesco e proteggerebbe il capitale. Al momento i prezzi di Enel distano il 4,28% dal Livello di Lock In, quelli di ENI il 6,99%.




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