Tra i vari macrotrend che nei prossimi anni prometteranno una forte crescita vi sono quello digitale e quello green. Per quanto concerne il primo comparto menzionato basti pensare che nel corso della crisi innescata dal Coronavirus l’indice NASDAQ-100 ha segnato i suoi massimi storici toccando quota 11.288,6 punti, con numerose società del comparto tech che hanno pubblicato conti del 2° trimestre 2020 sopra le attese.
Per quanto riguarda l’argomento green, ricordiamo come
nel mondo sta crescendo la sensibilità di Governi e popolazioni sulle tematiche ambientali. Con il Green Deal l’UE si è prefissata l’obiettivo di diventare il primo continente a impatto zero sul clima. Per fare questo la Commissione Europea ha messo in campo il “meccanismo per una transizione giusta”, un insieme di aiuti dalla potenza di fuoco di 150 miliardi di euro per assistere finanziariamente il passaggio all’economia verde.
Il periodo previsto per l’erogazione dei sussidi andrà dal 2021 al 2027. Parte della liquidità arriverà dal fondo Next Generation EU, un’ulteriore arma utilizzata dall’Europa per aiutare la ripresa del Vecchio Continente dall’attuale fase recessiva. Grazie a queste sovvenzioni i due settori maggiormente avvantaggiati dovrebbero essere proprio quello tecnologico e quello legato al green.
Questo scenario ci ha fatto guardare con interesse al
Certificato Phoenix di Citigroup con ISIN XS1575024259. Il prodotto è quotato sul segmento Cert-X di EuroTLX dallo scorso 30 luglio ad un prezzo di 1.000 euro e ha come sottostante un paniere composto da AXA, EdF, Leonardo, Nexi e Total.
Analisi dei sottostanti
Le società che compongono il paniere del Certificato sono legate principalmente da un elemento: il green. Ricordiamo come a novembre 2019
AXA abbia dichiarato di un deciso cambio di strategia che prevede di
uscire totalmente dagli investimenti dell’industria del carbone entro il 2040. Non solo. Il secondo gruppo assicurativo europeo ha anche affermato che intende
raddoppiare gli investimenti green portandoli a 24 miliardi di euro entro il 2023. La società è inoltre in prima linea per sostenere i progetti a sostegno dell’ambiente tramite l’emissione di obbligazioni “verdi” o “di transizione”.
EDF è l’ex monopolista francese nella distribuzione di elettricità ed è
uno dei maggiori produttori europei di energie rinnovabili con più di 32 GW di capacità installata in energie idroelettrica, eolica, fotovoltaica e in altre fonti verdi. La strategia della società è quella di far arrivare la sua capacità di creazione di energie pulite a 50GW entro il 2030.
Il gruppo ha emesso oltre 4,5 miliardi di euro nel mercato delle obbligazioni green al fine di sviluppare le sue fonti rinnovabili. Al fine di mitigare gli effetti negativi della pandemia, EDF ha annunciato un taglio dei costi e un piano di disinvestimento. Come si capisce dalle parole di Jean-Bernard Lévy, Presidente e AD del gruppo, la decarbonizzazione dell’economia resta una priorità di EDF.
Sebbene sia un’azienda petrolifera,
Total punta a dare maggiore risalto al gas naturale e alle fonti rinnovabili. Le ambizioni dell’azienda sono quelle di arrivare al 2025 con 25 GW di energia generata dalle fonti rinnovabili. La società sta inoltre sviluppando le sue posizioni sul fotovoltaico e sull’eolico e sta investendo nelle bioenergie e nella creazione di energia da vento e acqua con le sue affiliate Total Quadran and our stake in Total Eren. Total
investe inoltre tra gli 1,5 e i 2 miliardi di dollari l’anno nella produzione di energia a basso impatto ambientale. Oltre a questo, la società ha firmato un memorandum di intesa con il colosso dell’e-commerce cinese Alibaba, al fine di sfruttare i servizi dell’azienda guidata da Jack Ma per supportare la sua trasformazione digitale in Cina.
Attraverso le iniziative di digital transormation, il gruppo mira a creare 1,5 miliardi di dollari di valore all’anno entro il 2025.
Anche
Leonardo dovrebbe beneficiare della svolta green dei regolatori.
La società produce oltre il 70% dei suoi velivoli con parti metalliche riciclabili. Le tecnologie dell’azienda abbassano le emissioni di gas inquinanti del 20%. L’azienda ha chiuso i primi sei mesi del 2020 con ricai a 5,88 miliardi di euro, poco sotto i 5,96 miliardi di euro dello stesso periodo del 2019. Il risultato netto ordinario è stato pari a 59 milioni di euro (-76% a/a) e l’indebitamento netto si è attestato 5,09 miliardi di euro (il dato era pari a 2,85 miliardi a fine 2019).
Il business dei pagamenti online è uno di quelli che ha maggiormente beneficiato della situazione causata dal Coronavirus, specie grazie al vero e proprio boom dell’e-commerce. In questo senso
Nexi è leader in Italia nel comparto dei pagamenti online e gestisce quasi 1,5 milioni di POS e 40 milioni di carte per effettuare transazioni. Sebbene l’azienda abbia subito l’impatto negativo del virus, con l’utile del 1° semestre 2020 in calo del 14% sulla prima metà del 2019, il settore ha buone opportunità di crescita in futuro. Le spinte positive arrivano dall’impatto ambientale minimo di questa società digitale, ma anche dal cambio di mentalità dei consumatori, sempre più favorevoli ai pagamenti online. Statista prevede che
entro il 2024 il valore delle transazioni digitali nel mondo crescerà del 53,3% rispetto al 2019. Oltre a questo, i regolatori stanno continuando a spingere per una progressiva eliminazione del denaro contante, fatto che non farà altro che favorire i pagamenti digitali.
Struttura del Certificato
Il Certificato Phoenix di Citigroup con ISIN XS1575024259 permette agli investitori di ottenere un flusso cedolare condizionato. Particolare da tenere in considerazione è la
presenza di una maxi-cedola iniziale pari al 15% del Valore Nominale del prodotto. Per ottenerla sarà necessario che il Worst of del basket non perda più del 50% del suo Valore Iniziale. Il requisito per incassare le altre cedole trimestrali pari all'1,5% sul valore nominale (6% all'anno) è invece rappresentato dal fatto che il sottostante peggiore del paniere non deve perdere più del 30% del suo valore iniziale.
Due le opzioni che caratterizzano il Certificate:
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Opzione Memoria: permette all’investitore di incassare gli eventuali premi non pagati in precedenza dal Certificato;
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Opzione Autocallable: a partire dal 30 giugno 2021 consente al Certificato di scadere anticipatamente nell’eventualità in cui, alle date di rilevazione trimestrali tutti i sottostanti dovessero trovarsi ad un livello pari o superiore a quello della Barriera per il Rimborso Anticipato, posto al 100% del Valore Iniziale.
Rivediamo ora i sottostanti del prodotto e i relativi livelli da tenere monitorati:
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AXA: Livello Iniziale e Livello Autocall a 17,87 euro; Barriera maxi-cedola a 8,935 euro; Barriera Cedola a 12,509 euro; Barriera a Scadenza a 10,722 euro.
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EdF: Livello Iniziale e Livello Autocall a 9,396 euro; Barriera maxi-cedola a 4,698 euro; Barriera Cedola a 6,5772 euro; Barriera a Scadenza a 5,6376 euro.
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Total: Livello Iniziale e Livello Autocall a 32,405 euro; Barriera maxi-cedola a 16,2025 euro; Barriera Cedola a 22,6835 euro; Barriera a Scadenza a 19,443 euro.
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Leonardo: Livello Iniziale e Livello Autocall a 5,892 euro; Barriera maxi-cedola a 2,946 euro; Barriera Cedola a 4,1244 euro; Barriera a Scadenza a 3,5352 euro.
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Nexi: Livello Iniziale e Livello Autocall a 14,605 euro; Barriera maxi-cedola a 7,3025 euro; Barriera Cedola a 10,2235 euro; Barriera a Scadenza a 8,763 euro.
Ai prezzi attuali, il Worst of è rappresentato da EdF, che perde il 4,43% dal suo Valore Iniziale attestandosi a 8,98 euro. Se le quotazioni dovessero rimanere sugli attuali livelli, si riuscirà ad incassare senza problemi la maxi cedola con data di osservazione prevista per il 30 settembre 2020. Grazie alla presenza di una doppia Barriera, alla scadenza del Certificate, prevista per il 30 giugno 2025, potranno verificare tre scenari.
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Se il peggiore dei sottostanti del paniere dovesse quotare come o più del suo Livello Barriera Cedola, l’investitore incasserà i 1.000 euro di valore nominale, l’ultima cedola e gli eventuali premi non pagati;
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Se il peggiore dei sottostanti dovesse quotare ad un livello pari o superiore a quello della Barriera a Scadenza ma al di sotto di quello della Barriera Cedola, il risparmiatore incasserà i soli 1.000 del Valore Nominale;
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Se il peggiore dei sottostanti dovesse quotare al di sotto della Barriera a Scadenza, il Certificato inizierà a replicare la performance del Worst of. A titolo di esempio, se a scadenza EdF, il titolo peggiore del basket, dovesse avere un prezzo di 5,5 euro il risparmiatore incasserà 585,36 euro [1.000 di Valore Nominale x (5,5 euro del Prezzo di Riferimento Finale/9,396 euro del Valore Iniziale)].
La valutazione dell’Ufficio Studi di Investire.biz
Il principale vantaggio del Certificato Phoenix di Citi è quello di erogare una maxi cedola mentre ci si avvicina alla fine dell’anno, in modo tale da permettere il
recupero delle minusvalenze in scadenza. Oltre a questo le Barriere sono piuttosto profonde se si considera quanto hanno perso i titoli del paniere durante il crollo causato dal Coronavirus. Altro beneficio oltre all’Opzione Memoria e Autocallable è quello relativo alle cedole, che vengono erogate in un periodo in cui la politica dei dividendi delle società è congelata.
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