Le auto elettriche sono uno dei principali fattori che aiuteranno il processo di decarbonizzazione voluto da gran parte dei Governi del mondo al fine di ridurre l’inquinamento. Molte risorse dei piani di stimolo fiscale voluti da USA ed Unione Europea verranno destinate al processo di transizione energetica: gli obiettivi sono ambiziosi, se l’Europa vuole raggiungere il target delle emissioni zero entro il 2050 e la Cina nel 2060, l’America di Joe Biden mira a ridurre le emissioni di CO2 della metà entro il 2030, con il 2050 fissato come anno per raggiungere la neutralità carbonica.
I veicoli elettrificati in questo senso potranno svolgere un ruolo di primo piano: diversi studi mettono infatti in evidenza come questo tipo di auto emetta tre volte in meno anidride carbonica rispetto a quelle alimentate a combustibili fossili. Le stime per il futuro sono molto positive: per il Massachusetts Institute of Technology entro il 2030 il 40% delle auto vendute in Cina saranno elettriche, mentre secondo Bloomberg le vendite di veicoli elettrificati passeranno da 1,7 milioni del 2020 a 8,5 milioni nel 2025 fino ai 54 milioni del 2040.
In un suo studio, Canalys ha messo in luce come, in un anno estremamente negativo per il comparto automotive, le vendite di veicoli elettrici siano aumentate del 39%. Le previsioni della società mostrano come entro il 2030 quasi il 50% delle auto vendute al mondo saranno elettriche. Sono due i problemi con cui questi veicoli si devono scontrare. La prima problematica è quella relativa alla penuria di semiconduttori: queste auto infatti richiedono 15 volte i microchip dei veicoli a combustibile fossile.
Il secondo problema è quello dei costi. Al momento infatti un’auto elettrica è molto più costosa rispetto a quelle alimentate a diesel o benzina. Questo deriva in gran parte dall’elevato costo delle batterie, ma nei prossimi anni questa problematica dovrebbe scomparire in quanto, fabbricando sempre più unità, i produttori troveranno nuovi metodi per migliorare l’efficienza e ridurre i costi.
Un altro elemento di difficoltà è quello relativo all’aumento dei prezzi delle materie prime come ad esempio il rame. Il metallo rosso viene infatti utilizzato fino a quattro volte in più nelle auto elettriche rispetto a quelle a combustibile fossile. In questo quadro si inserisce Tesla, che continua a sorprendere le stime di Wall Street. Nel primo trimestre del 2021 il gruppo guidato da Elon Musk ha sorpreso, avendo registrato utili per azione a 0,93 dollari e ricavi a 10,39 miliardi di dollari.
Entrambe queste misurazioni hanno sorpreso le previsioni degli analisti di 0,79 dollari per gli EPS e 10,29 miliardi di dollari sul fatturato. Da segnalare tuttavia come 518 milioni di dollari siano arrivati dalla vendita di crediti verdi, mentre altri 101 milioni dalla vendita di Bitcoin nel periodo. Interessante guardare anche al trend delle consegne di veicoli: nel 2020 il gruppo di Palo Alto ha registrato un record di 184.800 spedizioni di auto, più del 100% rispetto al medesimo periodo dell’anno precedente.
Per questa società sono tuttavia due le problematiche: il primo è relativo ai fondamentali dell’azienda che non giustificano gli attuali prezzi, il secondo è la crescente concorrenza che si sta facendo sempre più aspra con le società automotive tradizionali che stanno convertendo la produzione. Per proteggersi dalla possibilità di ribassi delle azioni Tesla, si può guardare all’investimento con i Certificati. Particolarmente interessante in tal senso è il Certificato Cash Collect di Société Générale con ISIN XS2278318394 e sottostante Tesla.
Azioni Tesla: l’analisi tecnica
Le azioni Tesla sono inserite all’interno di una tendenza ascendente che da febbraio 2021 ha iniziato una correzione. Nel breve periodo la situazione potrebbe volgere in favore dei venditori, specie se si dovesse verificare una chiusura di candela settimanale al di sotto della linea di tendenza che unisce i minimi di agosto e settembre 2020 e del livello orizzontale a 598,78 dollari, lasciato in eredità dai top dell’ottava conclusa il 23 novembre 2020.
Se dovesse avvenire questa violazione si potrebbe assistere ad un ritorno delle quotazioni nella zona compresa tra i 494 e i 390 dollari, rispettivamente 50% e 61,8% del ritracciamento di Fibonacci disegnato su tutta la gamba di rialzo iniziata nella seconda metà di marzo 2020. Al contrario un recupero di 708 dollari creerebbe presupposti favorevoli ai compratori nel breve periodo.
Investire nelle azioni Tesla con i Certificati
Il Certificato Cash Collect di Société Générale con ISIN XS2278318394 è stato emesso sul mercato EuroTLX di Borsa Italiana dallo scorso 23 aprile ad un prezzo di emissione, pari al Valore Nominale, di 100 euro con scadenza massima fissata al 30 ottobre 2023. Con questo prodotto gli investitori possono ottenere una cedola trimestrale lorda del 4% (16% lordo annualizzato) a condizione che, alle varie date di valutazione, il prezzo delle azioni Tesla sia pari o superiore alla Barriera posta a 431,814 dollari (60% dello Strike Iniziale).
Il Certificato beneficia dell’Effetto Memoria, che permette di incassare gli eventuali premi non pagati in precedenza, e dell’Opzione Autocallable, che dalla 2° osservazione trimestrale permette al Certificate di scadere anticipatamente se il prezzo del sottostante è pari o superiore allo Strike Iniziale. In tal caso il risparmiatore riceverà il Valore Nominale pari a 100 euro più il premio del periodo e quelli eventualmente non pagati in precedenza. Alla Data di Valutazione Finale, il 23 ottobre 2023, a condizione che il prodotto non sia stato rimborsato anticipatamente, potranno verificarsi due scenari:
- Se il prezzo del sottostante è pari o superiore alla Barriera, si riceverà il Valore Nominale di 100 euro più il premio del periodo e quelli non eventualmente pagati in precedenza.
- Se il prezzo del sottostante è inferiore alla Barriera sul Capitale l’investitore riceverà un importo commisurato alla performance del sottostante, con conseguente perdita sul capitale investito.
Eventuali ribassi non sarebbero comunque una situazione negativa, in quanto permetterebbero di aumentare l’extra rendimento fornito dalla differenza tra il prezzo di acquisto e quello di potenziale rimborso a scadenza. Al momento il Certificato scambia ad un prezzo ask di 96,10 euro, consentendo oltre alla cedola un potenziale rendimento di circa il 4,05% in caso di scenario positivo di rimborso a 100 euro.
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