La Lira turca è stata una delle valute più penalizzate degli ultimi anni. Da novembre 2020 il quadro è però cambiato, con la valuta di Ankara che si è ripresa grazie ad un insieme di fattori positivi, in primis quello relativo alle esigenze di finanziamento del Paese nel breve periodo: questo necessiterebbe infatti di una politica monetaria meno aggressiva rispetto al passato.
Sul fronte della Banca centrale della Turchia è da segnalare come il Presidente dell’istituto, Naci Agbal, abbia sostenuto l’esigenza di ricostruire le riserve estere che erano diminuite in modo deciso nello scorso anno quando la Banca centrale si è trovata costretta ad affrontare le spese per evitare il tracollo della moneta.
Un altro fattore da evidenziare è quello relativo all’inflazione, che a gennaio ha toccato il 14,97%. Per tenere l’indice dei prezzi al consumo sotto controllo, l’istituto centrale turco dovrà mettere in campo un a politica monetaria particolarmente rigida, evitando ulteriori tagli dei tassi.
Molto dipenderà tuttavia dalle pressioni del Presidente Erdogan alla Banca centrale. Secondo diversi analisti l’approccio conservatore dovrebbe procedere, dando quindi alla lira ulteriore spazio di apprezzamento che potrebbe estendersi nell’ordine di un 7% rispetto ai valori attuali contro il dollaro USA. La stessa sorte dovrebbe toccare al cross con l’euro: vediamo cosa possiamo attenderci dall’analisi grafica.
EUR/TRY: l’analisi tecnica
Da un punto di vista grafico, il cross EUR/TRY ha evidenziato importanti segnali di apprezzamento della Lira turca. Osservando l’andamento settimanale dei prezzi è infatti da evidenziare come questi siano riusciti ad effettuare la rottura della linea di tendenza ottenuta collegando i massimi di dicembre 2018 a quelli di maggio 2019.
Dopo tale violazione i venditori sono riusciti ad accelerare e sembrano ora avere come primo obiettivo la zona di 8,2117, dove passa il livello statico espresso dai top di agosto 2018, dove transita anche il 50% del ritracciamento di Fibonacci disegnato su tutta la gamba rialzista messa a segno da settembre 2019.
Se anche tale zona dovesse subire un breakout si potrebbe assistere ad un ritorno verso 7,6915 per poi assistere ad un nuovo test della trendline di lungo periodo ottenuta collegando i top di agosto 2015 a quelli di settembre 2018.
Investire sulla Lira turca con i Certificati
Nel quadro appena descritto, il Certificato Cash Collect Plus+ di Société Générale con ISIN XS2235976615 potrebbe essere particolarmente interessante. Il prodotto è quotato dal 22 gennaio 2021 sul mercato EuroTLX di Borsa Italiana ad un prezzo di emissione, pari al Valore Nominale, di 1.000 euro.
Grazie al Certificate gli investitori possono ottenere un flusso cedolare mensile dell’1,10% sul Valore Nominale (13,2% annualizzato lordo) a patto che alle date di valutazione mensili il prezzo di EUR/TRY sia pari o inferiore a quello della Barriera sul Premio, posta a 11,6421 (130% dello Strike).
L’ampiezza della Barriera consente alle quotazioni di avere ampio margine di movimento senza impedire l’erogazione della cedola. Dal 21 gennaio 2022, il prodotto potrà anche scadere anticipatamente. La condizione è in tal caso rappresentata dal valore di EUR/TRY, che deve essere pari o inferiore alla Barriera di Liquidazione Anticipata, posta al 100% dello Strike (8,96).
Ad oggi, il tasso di cambio EUR/TRY scambia attorno a 8,40 e il Certificato viene negoziato poco sopra 104,5, scontando di fatto un’elevatissima probabilità di corrispondere le prime 4 cedole mensili. Alla scadenza fissata per il 26 gennaio 2024, lo strumento offre una protezione condizionata del Valore Nominale se il cross si trova allo stesso livello o al di sotto della Barriera sul Capitale, sempre posta a 11,6421. In caso contrario si incorre in una perdita di capitale, limitata tuttavia alla performance del sottostante al di sopra della Barriera sul Capitale (meccanismo PLUS+).
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