Il prezzo di Bitcoin al momento della scrittura è di 30.600 dollari, nello stesso range in cui si trovava ieri. L’andamento altalenante sembra sempre più compresso, ed i volumi in calo indicano l’avvicinarsi di una mossa importante. La dominance della principale criptovaluta è scesa di poco, al 46,5%, evidenziando un piccolo respiro delle altcoins. I maggiori asset digitali per capitalizzazione sono in lieve crescita, tuttavia non mancano movimenti al ribasso, come quello di Elrond (EGLD), che dopo i problemi riscontrati martedì sul suo exchange Maiar perde un ulteriore 4,4%.
La migliore altcoin di giornata è Chainlink (LINK), l’oracolo più popolare tra le blockchain, che guadagna il 9,4% dopo l’introduzione dello staking dedicato ai possessori di LINK, che potranno beneficiare di rendimenti interessanti sul protocollo. Il merge della testnet Ropsten su Ethereum si è concluso con successo, ma i prezzi di ETH non sembrano averne beneficiato più di tanto. Vediamo le principali notizie di giornata.
USA: la nuova legge potrebbe classificare la maggior parte delle altcoins come titoli
I Senatori Kirsten Gillibrand e Cyntia Lummis, parlando della nuova legislazione proposta negli Stati Uniti, hanno affermato che la maggior parte delle criptovalute potrebbero essere considerate titoli azionari; pertanto, dovrebbero essere autorizzate dalla Securities and Exchange Commission (SEC). Al contrario, quasi sicuramente Bitcoin ed Ethereum saranno classificate come materie prime.
Gary Gensler, presidente della SEC, da tempo sostiene che la maggior parte delle criptovalute dovrebbero essere sanzionate per vendita di titoli senza autorizzazione negli USA. Il primo caso ad essere stato portato in tribunale è stato quello di Ripple (XRP) 16 mesi fa, mentre pochi giorni fa la SEC ha aperto un’indagine su Binance.
Secondo Tony Tuths, capo del team per le risorse digitali di KPMG US, è improbabile che il “Responsible Financial Innovation Act” nella sua forma attuale possa avanzare nel prossimo futuro, poiché non è chiaro quali criptovalute rientreranno nell’ambito di competenza della SEC.
Azienda finanziata da Optimism perde 20 milioni di token OP per errore
Il lancio del token di Optimism, soluzione di scalabilità della blockchain Ethereum, continua a far parlare di sé. Dopo le polemiche per le vendite di OP avvenute dopo l’Airdrop di una settimana fa, un bug su uno smart contract ha causato una perdita di 20 milioni di token passati nelle mani di un hacker. Lo sfruttamento del bug è avvenuto il 26 maggio, ma solo oggi è stato reso noto con un comunicato ufficiale.
I fondi erano destinati a Wintermute, azienda finanziata da Optimism per sviluppare l’ecosistema, che ha provveduto alla pubblicazione del contratto intelligente per accettare il deposito. Il team di Optimism ha inviato l’intera somma dopo due transazioni di prova, ma lo smart contract era stato pubblicato solo su Ethereum e non sul layer 2 dove era atteso.
Non appena si è accorta del problema, Wintermute ha iniziato un’operazione di ripristino con l’obbiettivo di pubblicare il contratto con lo stesso indirizzo su Optimism, ma un malintenzionato è stato più veloce degli sviluppatori, prendendo il controllo dell’indirizzo contenente 20 milioni di OP, circa 24 milioni di dollari. Un milione di token sono stati venduti subito, un milione è stato inviato all’indirizzo di Vitalik Buterin e la restante parte si trova ancora sullo stesso indirizzo.
Rubati 5 milioni di dollari da Osmosis, il DEX è stato bloccato
Il popolare exchange decentralizzato Osmosis, eseguito su una blockchain dedicata nell’ecosistema Cosmos, ha subito un furto da 5 milioni di dollari, ma poteva andare molto peggio. Un bug nel codice utilizzato per fornire e rimuovere liquidità dalla piattaforma, uguale per tutte le coppie di criptovalute scambiate, ha consentito ad alcuni soggetti di drenare liquidità da alcuni pool, prima che l’intera blockchain fosse stata bloccata dagli sviluppatori.
Il bug è stato identificato per la prima volta in un post di Reddit dall’utente Straight-Hat3855 sulla pagina ufficiale di Cosmos Network, che ha evidenziato un "problema serio" con Osmosis. Il post è stato immediatamente rimosso, ma non prima che alcuni utenti potessero sfruttare il problema a proprio vantaggio, alcuni di proposito, altri non intenzionalmente.
Secondo un tweet di Osmosis, quattro aggressori sono responsabili del 95% dell'importo totale sottratto. Alcuni si sono fatti avanti volontariamente per restituire i fondi rubati, mentre altri hanno trasferito le criptovalute su exchange centralizzati attraverso i quali potrebbero essere facilmente identificati.
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