Con l’approvazione della Legge di Bilancio 2023 sono ufficiali le nuove regole per la tassazione delle criptovalute. La nuova normativa si propone di avviare un processo di regolamentazione degli asset digitali, rappresentando un importante passo avanti su questo mercato in forte espansione.
Fino a pochi giorni fa, l’unico riferimento era infatti rappresentato dalle interpretazioni dell’Agenzia delle Entrate che classificava le criptovalute come valuta estera e le riconduceva all’imposizione fiscale relativa alla categoria dei Redditi diversi.
Le valute virtuali vengono ora definite come asset digitali e pertanto dal 1° gennaio 2023 verranno tassate in caso di cash out in fiat e di trasferimento a terzi, come per esempio per l’acquisto di beni o servizi.
La normativa prevede che le conversioni cripto-cripto non generino materia imponibile e sancisce che le plusvalenze debbano essere attribuite ai Redditi diversi, quindi con aliquota al 26%, ma senza tassazione fino a 2.000 euro annui di plusvalenza.
Criptovalute: come funziona la sanatoria Meloni
Con la nuova normativa del governo Meloni viene stabilita una sorta di “sanatoria” che attraverso il pagamento di un’imposta sostitutiva al 3,5% permette di regolarizzare i cash out ante 1° gennaio 2022 e offre la possibilità di affrancare il valore al 01 gennaio 2023 pagando il 4,67% all’anno per 3 anni. È importante tenere a mente che non è considerata operazione fiscalmente rilevante, quindi soggetta a tassazione, la permuta tra cripto asset aventi le medesime caratteristiche e funzioni.
Le plusvalenze soggette a tassazione sono calcolate come differenza tra il corrispettivo percepito e il costo o il valore di acquisto, mentre le eventuali minusvalenze superiori a 2.000 euro possono essere portate in deduzione integrale dalle plusvalenze dei periodi successivi, non oltre il quarto anno. Il costo o valore di acquisto deve essere documentato dal contribuente con elementi precisi, altrimenti il costo dovrà essere considerato pari a zero.
La normativa stabilisce inoltre che in caso di acquisto per successione il costo sia pari a quello dichiarato agli effetti dell’imposta di successione, mentre in caso di donazione il costo di acquisto del donante. Verranno considerati plusvalenze tutti gli altri casi in cui si verifica un trasferimento a soggetti diversi dagli intestatari e quindi sottoposti a tassazione.
4 indicazioni per regolarizzare le cripto detenute
La legge di bilancio 2023 definisce anche alcune linee guida per la regolarizzazione delle cripto attività che hanno avuto luogo prima della sua entrata in vigore, in particolare per quei soggetti che non hanno indicato quelle detenute alla data del 31 dicembre 2021 nella dichiarazione dei redditi, che potranno quindi regolarizzare la propria posizione con il Fisco.
In caso di assenza di redditi da dichiarare (nessun cash out), sarà possibile regolarizzare la propria posizione versando una sanzione nella misura ridotta dello 0,5% per ciascun anno sul valore delle attività non dichiarate. In caso di redditi da dichiarare – in seguito ad un cash out - oltre alla sanzione dello 0,5% la regolarizzazione potrà avvenire tramite il pagamento di un’imposta sostitutiva del 3,5% del valore degli asset digitali al momento del realizzo.
È prevista anche la rivalutazione del valore degli asset digitali detenuti al 1° gennaio 2023: è possibile assumere il valore a tale data con il pagamento di un’imposta sostitutiva del 14%, rateizzabile in 3 rate annuali, con prima rata da versare entro il 30 giugno 2023 (sulle rate successive sono dovuti gli interessi pari al 3% annuo).
Quindi, riassumendo, di seguito riportiamo le quattro indicazioni da tenere a mente a partire da quest’anno:
- chi non ha dichiarato nulla andrà a pagare lo 0,5% sul valore delle attività che possedeva al 1° gennaio degli anni di cui non ha dichiarato il possesso;
- chi ha fatto cash out precedenti al 31 dicembre 2021, dovrà pagare il 3,5% sul valore degli stessi, oltre che lo 0,5% sul valore delle attività non dichiarate;
- coloro che hanno valori di carico inferiori rispetto al valore attuale o che non riescono a risalire a tali valori, potranno optare per una rivalutazione del capitale al 1° gennaio 2023, versando all'Agenzia delle Entrate, in 3 anni, il 14% sul valore del capitale (prima rata da versare entro il 30 giugno 2023);
- le plusvalenze derivanti dai cash out fatti dal 1° gennaio 2022 in poi sono tassate al 26%, rispetto al valore di carico o rispetto al valore di rivalutazione che diventa a tutti gli effetti il nuovo valore di carico.
Sfruttare le opportunità della sanatoria Meloni
Con la nuova legge di bilancio è possibile sfruttare le opportunità offerte da questo momento di transizione. Per farlo è necessario pianificare l’eventuale futuro cash out per le proprie necessità. Una volta definiti i propri obiettivi è necessario procedere con una “revisione” della propria posizione in tema di asset digitali e versare il 4,67% di imposta sostitutiva all’anno per 3 anni, ricordandosi di redigere un documento descrittivo dell’operazione di rivalutazione da conservare in caso di controlli da parte del Fisco.