Ancora vendite sul
Bitcoin nel mercato delle criptovalute. La principale valuta digitale in questo inizio settimana è scesa
sotto la soglia psicologica di 20.000 dollari, come non avveniva dalla metà del mese di luglio.
A peggiorare il sentiment degli investitori è stato il simposio di Jackson Hole che si è svolto la scorsa settimana, dove i Governatori delle principali Banche centrali del mondo si sono espressi circa la loro politica monetaria nel prossimo futuro.
Ad aver letteralmente mandato al tappeto i mercati finanziari sono state le dichiarazioni di
Jerome Powell, numero uno della
Federal Reserve, che ha riferito che i tassi d'interesse saranno alzati fino a quando l'inflazione non arriverà nei paraggi dell'obiettivo prefissato della Banca Centrale americana.
Tutto questo è stato semplicemente tradotto dagli investitori nella mancanza di un alleato prezioso come la Fed per i mercati, diversamente da come era avvenuto per tutto il periodo pandemico. Quindi, ciò significa un allontanamento dalle attività a rischio, delle quali le criptovalute rappresentano un esempio emblematico.
Criptovalute, bitcoin: dove finiranno i prezzi?
I mercati quindi stanno ancora una volta prezzando il collegamento stretto che vi è tra Bitcoin e le azioni, ormai tale da moltissimo tempo. Secondo Cici Lu, Amministratore Delegato della società di consulenza Venn Link Partners, il denaro sta fluendo da attività rischiose e le criptovalute si stanno allineando a quanto succede nel mercato azionario americano. A suo giudizio, agli investitori non è affatto piaciuto quanto ha dichiarato Powell a Jackson Hole e questo conferma Bitcoin come un asset ad alto beta.
Il punto adesso è cercare di capire dove potranno andare a finire le quotazioni della madre di tutte le criptovalute una volta rotto il supporto di 20.000 dollari, considerato chiave da molti strategist. A giudizio di Katie Stockton di Fairlead Strategies, nel lungo periodo bisognerà monitorare l'area 18.300-19.500 dollari per vedere come si comporterà la moneta virtuale.
Mentre Mark Newton, stratega di Fundstrat ritiene importanti prima la zona in prossimità di 19.000 dollari e poi quella di 17.500 dollari, dove si trovano i minimi di giugno. L'esperto tiene a precisare come il percorso di Bitcoin, così come quello di molte altcoin, quest'anno abbia seguito da vicino l'andamento delle azioni, soprattutto negli ultimi mesi.
Secondo Antoni Trenchev, co-fondatore e managing partner di Nexo, se la base di 20.000 dollari non dovesse tenere, allora entreranno in gioco due livelli importanti: prima 18.900 dollari e poi 17.600 dollari. Se il prezzo dovesse scendere sotto questi supporti, la situazione si complicherebbe, a suo avviso.
Gli analisti di Morningstar affermano che il 2022 abbia tutte le caratteristiche di un anno da dimenticare per le cripto, a causa dei numerosi shock che li hanno colpiti, quali il crollo delle stablecoin, il fallimento di Celsius e il blocco dei prelievi in diverse piattaforme.