Da tre mesi le azioni Walmart si muovono in un intervallo ristretto di prezzo, delimitato da un supporto di 138 dollari e una resistenza di 155 dollari. Gli investitori sembrano indecisi sul corso da far prendere al titolo, ma in realtà c'è poca convinzione nel puntare sul gigante della catena di negozi al dettaglio statunitense. Poca convinzione che si trascina da parecchio tempo, ovvero da quando è scoppiata la pandemia.
Negli ultimi tre anni, infatti, le azioni Walmart sono cresciute appena del 22%, circa la metà rispetto all'indice S&P Retail Select, ed hanno sottoperformato anche competitor come Macy's e Target. Di conseguenza, i multipli di Walmart non eccedono, dal momento che il titolo scambia a circa 22 volte gli utili stimati nei prossimi 12 mesi, in linea con la sua media storica.
Walmart: per gli analisti le azioni sono da comprare
Un driver che potrebbe muovere i prezzi delle azioni risulta essere la trimestrale in arrivo il martedì prossimo. Le attese degli analisti sono di un utile di 1,52 dollari per azione e di quasi 160 miliardi di dollari di vendite, in linea con i risultati dello stesso periodo dello scorso anno.
Chuck Grom, analista di Gordon Haskett, però si attende vendite migliori rispetto a quanto stima il consensus. In particolare, l'esperto stima una guidance positiva, con guadagni che a suo avviso dovrebbero arrivare a 7 dollari per azione nel 2023, oltre 50 centesimi in più rispetto alle stime correnti. A giudizio di Grom, i consumatori punteranno a risparmiare, visto che ora circola meno denaro rispetto all'inizio della pandemia. Tutto ciò avvantaggia grandi rivenditori, come Walmart, che offrono alternative più economiche. Per questa ragione, Grom ha aggiornato il rating delle azioni da "Hold" a "Buy", con il prezzo obiettivo che passa da 145 a 155 dollari. L'ultima chiusura a Wall Street del titolo Walmart è stata di 146,57 dollari.
Anche Peter Benedict, analista di Baird, consiglia l'acquisto delle azioni Walmart con un target price di 165 dollari. Tuttavia, rileva alcuni aspetti negativi. Intanto, l'azienda ha aumentato il salario orario da 12 a 14 dollari e questo avrà un peso sui costi aziendali. In secondo luogo, il metodo LIFO (acronimo di Last In First Out, ultimo ad entrare, primo ad uscire) utilizzato nella valutazione delle scorte di magazzino potrebbe essere un problema quando i costi si gonfiano, poiché "la merce più costosa acquistata di recente colpisce prima il conto profitti e perdite", ha sottolineato Benedict.