La stagione degli utili del terzo trimestre a Wall Street sta giungendo al termine e, nonostante le attese della vigilia, il bilancio finora si può definire positivo. Secondo i dati rilasciati dal Credit Suisse, gli Eps (Earning per share, utili per azione) delle società che compongono l'indice S&P 500 hanno superato le aspettative di circa il 3%, grazie anche al fatto che il 90% della capitalizzazione di mercato del benchmark ha riportato profitti.
In questo contesto, un grande contributo è stato dato dal settore energetico, i cui guadagni hanno potuto beneficiare dell'aumento dei prezzi del gas e del petrolio. Si è difeso bene anche un settore bancario in grado di capitalizzare l'aumento dei tassi d'interesse da parte della
Federal Reserve.
Wall Street: le ragioni per una riduzione delle stime sugli utili
Le aspettative sul 2023 però sono diminuite in base alle previsioni degli analisti. Secondo Evercore, vi è stato un calo delle stime degli utili per azione del 5%. Per almento due ragioni, le proiezioni potrebbero essere ulteriormente ridotte.
La prima motivazione è rappresentata dall'inflazione che, ai livelli attuali, zavorra il potere d'acquisto dei consumatori influenzando negativamente i conti aziendali. Inoltre, la lotta al carovita obbligherà la Fed ad incrementare ulteriormente il costo del denaro, determinando maggiori oneri finanziari per le aziende.
La seconda ragione che porterà alla revisione delle stime sugli utili 2023 è "fisiologica": storicamente nella seconda metà dell'anno le aspettative sull'utile per azione dell'S&P 500 calano in media di circa il 10%. Questo significa che, con una discesa prevista oggi del 5%, vi è spazio perché le stime vengano abbassate ancora. Soprattutto se il contesto macroeconomico dovesse registrare un ulteriore deterioramento.
Gli effetti sulle azioni
Stime ribassate sugli utili avranno un effetto negativo sulle azioni. Oggi l'S&P 500 viene scambiato a 16,4 volte i guadagni a termine, poco sopra la media di lungo periodo di 15 volte. Nel frattempo i rendimenti sono aumentati e quindi, nonostante il rapporto prezzo/utili quoti a sconto rispetto ai 21 punti di inizio anno, i multipli si attestano ancora su livelli ancora elevati.
Questo calo non è automatico, o quantomeno il ribasso delle azioni non è necessariamente così rapido come quello degli utili attesi. Secondo Lori Calvasina, chief U.S. equity strategist di RBC, "la buona notizia è che le azioni tendono a scendere 3-6 mesi prima della fine del ciclo di revisione al ribasso degli utili".