Le azioni growth hanno sovraperformato i titoli value in questo inizio 2023, segnando un divario che non si vedeva dal 2020, anno in cui è scoppiata la pandemia. Dal 1° gennaio l'ETF iShares Russell 2000 Growth Index è salito dell'11%, mentre l'iShares Russell 2000 Value del 10%. Ciò denota una maggiore tendenza degli investitori a puntare sulla crescita. Tra i principali titoli growth che si sono distinti vanno ricordati:
- Tesla, cresciuto del 69%;
- Nvidia, che ha guadagnato il 46%;
- Apple, avanzato del 17%.
Mentre per quanto riguarda il gruppo value, si sono messi in evidenza:
- Walt Disney, salito del 21%;
- JP Morgan, aumentato del 6%;
- Exxon Mobil, balzato di 5 punti percentuali, prima del crollo di venerdì di quasi 4 punti percentuali.
I titoli legati alla crescita riguardano essenzialmente le società dell'innovazione e della tecnologia, che puntano soprattutto sull'aumento del valore dei titoli in Borsa e che raramente distribuiscono dividendi. Le azioni value fanno riferimento ad aziende mature, operanti in settori che garantiscono un flusso reddituale costante, come ad esempio le banche, le compagnie energetiche e i gruppi industriali. Solitamente, le azioni value staccano ricche cedole e in maniera stabile nel tempo.
Wall Street: perché la rinascita dei titoli growth
Quanto sta avvenendo quest'anno segna un'inversione di tendenza rispetto a ciò che è accaduto nel 2022: lo scorso anno le azioni growth sono state le più penalizzae dalla serie di rialzi dei tassi d'interesse messi in campo dalla
Federal Reserve.
Queste strette hanno colpito le aziende che ricorrono ai finanziamenti di terzi per sostenere gli investimenti, come le imprese tecnologiche. Lo scorso anno il Russell 3000 Growth Index ha perso circa il 30%, ovvero tre volte tanto la perdita dello stesso indice relativo ai titoli value.
A un certo punto, però, il raffreddamento dell'inflazione statunitense ha fatto pensare che la Federal Reserve avrebbe ammorbidito la sua politica monetaria. Così, gli investitori sono tornati a comprare azioni della crescita, anche alla luce di quotazioni divenute più economiche. "Gli investitori stanno iniziando a riconoscere che si stanno negoziando titoli a un prezzo molto più ragionevole", ha detto Craig Sarembock, consulente patrimoniale e direttore di Bartlett Wealth Management a Cincinnati.
Wall Street: le azioni value preparano il ritorno?
La tregua per le azioni growth potrebbe però non durare a lungo. La scorsa settimana sono arrivati segnali poco rassicuranti sul fronte macroeconomico, con l'inflazione che è tornata a preoccupare e il mercato del lavoro che si è mostrato ancora caldo. A corredo di queste notizie negative, la dichiarazione di due importanti funzionari della Fed, Loretta Mester, Presidente della Banca Centrale di Cleveland, e James Bullard, Governatore della Fed di St. Louis, che hanno caldeggiato un ritorno a una stretta sui tassi di 50 punti base nella prossima riunione di marzo.
Se l'istituto guidato da
Jerome Powell dovesse seguire tali indicazioni e aumentare il costo del denaro più di quanto abbia fatto l'ultima volta,
aumenterebbero le probabilità di recessione negli Stati Uniti. E questa non sarebbe certamente una buona notizia per i titoli della crescita. "Se la Fed dovesse essere costretta a continuare ad alzare i tassi, portando a una dura recessione, ciò potrebbe far brillare ancora una volta i titoli difensivi", ha detto Peter Cardillo, capo economista di mercato presso Spartan Capital Securities a New York.