La carrellata di dati che sono piovuti ieri dalle trimestrali di alcune grandi big tech a Wall Street non ha soddisfatto i mercati. I risultati di Apple, Amazon e Alphabet hanno riservato alcune zone d'ombra che mettono in allerta gli investitori, soprattutto sul versante delle prospettive per l'anno in corso.
Uno dei punti oscuri che sono emersi riguarda il fatto che
l'andamento della pubblicità rappresenta un problema serio. Il fatto che Alphabet abbia mancato le aspettative degli analisti ha una certa rilevanza, in primis perché Google è la più grande piattaforma digitale del mondo e poi perché finora si è mostrata più resiliente rispetto ai rivali minori. Il mercato sperava che i dati del motore di ricerca smentissero le
indicazioni allarmanti di Snap di questa settimana sugli annunci; alla fine, quanto riportato dal gigante di Mountain View ha confermato i cattivi presagi.
Un altro aspetto grigio che fuoriesce dalle trimestrali di ieri riguarda il cloud computing. Amazon ha registrato vendite solide, ma un rallentamento preoccupante in quello che è uno dei suoi più importanti motori di reddito. "Tutti stanno cercando di tagliare i loro budget", ha detto il direttore finanziario di Amazon, Brian Olsavsky, riferendosi alle spese delle aziende per il cloud.
Un terzo elemento che in questo round di trimestrali si è messo in luce fa riferimento all'importanza del mercato cinese. Apple ha avuto il primo calo dei ricavi trimestrali in tre anni e mezzo, dopo che significative interruzioni della catena di approvvigionamento in Cina hanno ritardato le consegne di iPhone. Si tratta di un andamento particolarmente preoccupante alla luce del fatto che questa riduzione è avvenuta nel periodo festivo, solitamente il più forte dell'anno riguardo la società di Cupertino.
Nel mercato after hours di Wall Street, dopo la pubblicazione dei conti, le azioni delle big tech citate sono tutte sonoramente calate. Alphabet ha perso il 4,60%, Amazon è scivolata del 5,07% e Apple è diminuita del 3,22%.
Big tech: cosa hanno detto le trimestrali
Vediamo ora una panoramica di come sono andate le cose per le big tech, entrando nel dettaglio delle trimestrali. Alphabet ha visto una crescita complessiva dei ricavi appena dell'1%, rispetto all'incremento del 32% ottenuto nello stesso periodo del 2021. Tuttavia, le entrate sono state penalizzate dal rafforzamento del dollaro USA. Senza di questo, il fatturato avrebbe evidenziato un incremento del 7%. In particolare, le entrate pubblicitarie sono scese del 4%, segnando la seconda contrazione della storia dell'azienda. Ciò ha determinato un forte calo del margine di profitto operativo e dell'utile per azione, sceso a 1,06 dollari (-32%), ben al di sotto degli 1,18 dollari che del consensus.
Amazon nel complesso ha riportato vendite nette più forti del previsto, con entrate per 142,2 miliardi di dollari, in crescita del 9% su base annua e al di sopra delle stime degli analisti. Tuttavia, la crescita del cloud Amazon Web Services è stata la metà rispetto a quella dell'anno precedente: 20% vs 40%. Il reddito operativo complessivo del gigante di Seattle è sceso a 2,7 miliardi, dai 3,5 miliardi del Q4 del 2021, mentre gli analisti si aspettavano 2,65 miliardi di dollari. Quanto all'utile netto, quest'ultimo si è attestato a 300 milioni di dollari, in calo rispetto ai 14,3 miliardi di dollari dell'anno precedente.
Apple ha registrato ricavi totali per 117,2 miliardi di dollari per l'ultimo trimestre, -5,5% rispetto allo stesso periodo del 2021 e al di sotto delle previsioni degli analisti di 121,1 miliardi di dollari. I guadagni netti dell'azienda sono ammontati a 30 miliardi di dollari, inferiori del 13,4% e leggermente al di sotto delle aspettative. Sui risultati ha inciso molto il superdollaro, che secondo la società ha fatto scendere i profitti di 8 punti percentuali.