Ieri le azioni Tesla sono crollate del 6,84% registrando la quarta seduta consecutiva in discesa che ha portato a una perdita complessiva di oltre 25 dollari. Alla luce di una capitalizzazione che si è più che dimezzata, il 2022 può esser definito un anno disastroso, il peggiore della casa automobilistica di Palo Alto.
Oltre che dalla politica restrittiva della
Federal Reserve, che ha colpito tutto il settore tecnologico, le azioni TSLA sono state colpite da diversi fattori ribassisti:
il rallentamento della Cina, suo mercato chiave, è stato uno di principali, e poi c'è stata la
vicenda dell'acquisizione di Twitter.
L'acquisto del social network di 44 miliardi da parte di
Elon Musk ha avuto un peso decisivo per il calo in Borsa di Tesla: da un lato ha costretto l'Amministratore delegato di Tesla a
vendere azioni per finanziare parte dell'operazione, dall'altro ha innescato il timore che l'imprenditore sarà
meno presente nella gestione di Tesla.
Tesla: per gli analisti prevarranno ancora le vendite
Ieri le azioni Tesla hanno chiuso a 167,87 dollari e, secondo fondatrice di Fairlead Strategie, Katie Stockton,
a 166 dollari vi è un supporto importante. L'esperta, che si occupa soprattutto di analisi tecnica, osserva come le azioni abbiano registrato un ritracciamento del 56% dal punto massimo di 400 dollari di gennaio 2022. A confronto, il
Nasdaq dal suo massimo degli ultimi 12 mesi è arretrato di 32 punti percentuali. Stockton ritiene che, se il supporto indicato non dovesse reggere,
è possibile che le azioni Tesla scivolino fino a 150 dollari.
Ancora più negativo è il giudizio di John Roque, capo della strategia tecnica di 22V Research, secondo cui il titolo potrebbe precipitare addirittura fino a 100 dollari, a causa di un quadro tecnico compromesso. A quel livello, i multipli si allineerebbero ai fondamentali dell'azienda e a quelli dell'S&P 500. Attualmente le azioni Tesla sono scambiate a circa 31 volte i guadagni attesi per il 2023 e già questo è il rapporto price/earnings più basso dall'inizio della pandemia. Se il titolo dovesse arrivare a 100 dollari, i multipli scenderebbero a 17 volte, più o meno come è il livello attuale di quelli del principale listino americano.